La Lucania vissuta da Carlo Levi durante il confino e magistralmente descritta in “Cristo si è fermato a Eboli”. La Lucania che molti hanno dovuto abbandonare in cerca di lavoro. Due verità su una terra che vive tuttora, in silenzio, la leggerezza delle sue epoche storiche. Due facce della stessa medaglia che il Balletto Lucano affronta nello spettacolo “Esili”, venerdì 2 marzo al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (ore 21) in prima regionale.

Lo spettacolo “Esili” nasce dall’esigenza di raccontare l’essenza dell’essere lucano e il vivere la propria terra come condizione di abbandono e di esilio ma anche di coraggio, forza e bellezza. È infatti proprio la Basilicata, con il suo patrimonio e la sua cultura, la materia prima su cui si fonda questo progetto. Da qui il duplice significato della parola esili o esìli: celebrazione dell’isolamento che trae forza dalla leggerezza mentale, permettendo creativamente di ottenere forza e superare i limiti.Dal vagare indefinito dell’esule alla festosa danza popolare, dagli oscuri riti delle “masciare” a quello inesorabile del matrimonio, tutto diventa una forza creativa capace di superare qualsiasi limite.Un progetto di ascolto e comprensione della nostra terra, che utilizza il corpo come mezzo di connessione tra la natura che ci circonda, il rumore del suo silenzio e le emozioni che suggerisce, divenendo così acqua, vento, sole, terra, campi, mani, sudore, silenzio, esilio.

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