In un tranquillo sabato pomeriggio, l’ultimo di Carnevale, parte a Firenze la vera corsa per Palazzo Vecchio. Quella poltrona troppo frettolosamente lasciata libera da Matteo Renzi ha bisogno di essere presto occupata. E così il deputato e fedelissimo Dario Nardella è stato richiamato in città a gestire la transizione, riprendendosi la delega di vicesindaco, mentre Stefania Saccardi è stata fatta traslocare in Regione.
 
Per quella fascia che fu indossata, tra gli altri, da Giorgio La Pira, dunque c’è già un predestinato, Nardella appunto. Ma siccome per lui le cose potrebbero non essere semplici, ecco che qualche settimana fa lo stesso Renzi invitò Eugenio Giani a rinunciare alla corsa, in cambio di un qualche posto a Roma.
 
In questo clima da giochi di scacchi e pedine in piazza della Signoria, è intervenuta poche ore fa la ex assessore alla cultura della Regione Toscana Cristina Scaletti con una lettera aperta allo stesso Nardella in cui rinfaccia allo stesso la volontà di voler fare primarie di partito (anche se non ci sono candidati al momento alternativi) e non di coalizione e di aver fatto, forse, una furbata in fatto di dimissioni da parlamentare annunciate ma presentate all’indirizzo sbagliato.
 
“Caro Dario, scorro le vicende degli ultimi giorni e sento doveroso, per come ti conosco e come tua potenziale sostenitrice, rappresentarti la delusione mia e di tanti elettori del centrosinistra su come è stata gestita la tua candidatura a Sindaco della nostra città. Non avevi bisogno Dario di essere "nominato" da Renzi per provare a diventare il primo cittadino, così come mi sarei aspettata di vederti protagonista assoluto della richiesta di Primarie vere a Firenze, aperte, di coalizione, pregiudiziali alla tua candidatura per lavarti di dosso la reputazione del calato dall'alto che tanto offende la tua credibilità. E invece leggo oggi non solo che le primarie saranno solo di partito, ma che state ancora cercando un candidato alternativo a te all'interno del Pd nel disperato tentativo di far credere ai cittadini che non è già tutto deciso. Non permettere tutto questo Dario, in nome della democrazia, di Firenze e dei tanti elettori che ancora credono in una politica diversa.

Poi l’affondo della Scaletti sul tema delle dimisisoni. “E infine permettimi un'ultima considerazione. Ti leggo dimissionario dalla Camera dei Deputati per candidarti alla guida della nostra città rivendicando la nobiltà di un gesto non dovuto che ti espone al rischio di un volo senza paracadute. Noto, però, che la lettera é indirizzata soltanto al tuo Capogruppo e non anche alla Presidente della Camera che dovrebbe subito metterla all'ordine del giorno dei lavori di Montecitorio per farla ratificare dall'Aula. Sono i tuoi stessi colleghi parlamentari ad avanzare il sospetto che si tratti di una furbata. Sostengono, infatti, che si tratti di una lettera al Capogruppo affinché venga gelosamente custodita fino alle elezioni amministrative di fine maggio. Insomma, un paracadute pronto ad aprirsi in caso di esito non gradito. Io non ci credo e non voglio crederci. E proprio per questo, conoscendoti, la questione non può essere lasciata in sospeso. Permettimi dunque un consiglio: scrivi di nuovo all'onorevole Speranza per chiedergli di imporre subito alla Conferenza dei Capigruppo che siano subito messe all'Odg della Camera le tue dimissioni da Deputato. Ne uscirai subito più forte e credibile. Il rischio, altrimenti, è che tu finisca per essere e restare per sempre un nominato”.
 
Non si è fatta attendere la replica di Dario Nardella all'affondo di Cristina Scaletti. "Sulle primarie – ha detto – non decido io, ma il partito" mentre sulle sue dimissioni dal parlamentare ha aggiunto: "Conosco e pratico la buona educazione: al capogruppo del Pd alla Camera ho mandato una lettera inequivocabile, da lì partirà l'iter con comunicazione alla presidente Boldrini. In Italia nessuno ha mai fatto quello che ho fatto io di dimettermi da deputato prima della sicurezza di essere eletto sindaco, né Fassino a Torino nè Ceccuzzi a Siena o Filippeschi a Pisa".

A Firenze il gioco di scacchi per la guida di Palazzo Vecchio è iniziato in un tranquillo sabato, l’ultimo di Carnevale.

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