«Quella di una banca così ricomposta, senza una propria autonomia e con una durata limitatissima nel tempo, è un’ipotesi che non ha alcuna ragione di esistere, nemmeno nelle più fantasiose delle menti. E quindi è pressoché inutile. Anche perché sarebbe un’operazione priva di respiro industriale e motivazionale, soprattutto per i dipendenti, per i clienti attuali, potenziali ed eventuali investitori». A sottolinearlo Emanuela Anichini segretario generale Cisl Siena a proposito del futuro di Banca Mps.

«Quale reazione dei lavoratori?» «Di fronte ad un’operazione di questo genere ci sarebbe da interrogarsi su come i lavoratori si approccerebbero ad un istituto destinato a non avere futuro. Peraltro – aggiunge Anichini – sul territorio locale e regionale abbiamo avuto già esempi in passato di operazioni di questo genere e sappiamo tutti com’è andata a finire: sul territorio sono rimasti dei presìdi che nel tempo sono poi stati sviliti e svuotati della loro importanza».

«Fusione con Unicredit dettata da tangibili logiche politiche» «Quanto all’operazione con Unicredit, da ciò a cui stiamo assistendo sembrerebbe più dettata da tangibili logiche politiche che da necessità economiche e finanziarie – prosegue Anichini – In questa fase – conclude Anichini – auspichiamo una forte mediazione per un polo creditizio autonomo che possa portare a mantenere la direzione generale a Siena, che garantisca la territorialità nel centro Italia dove Mps è tutt’ora una “macchina da guerra” e un’attrattiva per la clientela storica di riferimento».

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