SIENA – Per la realizzazione della centrale geotermica “Val di Paglia” i prossimi mesi saranno decisivi. L’altolà posto dal ministro Franceschini alla delibera della Regione, pone più di un punto interrogativo sul progetto.

In più ci sono i comitati, che si battono contro l’impianto. C’è però una parte del territorio che lo vede come una risorsa. Poi ci sono le ragioni di Sorgenia. Delineate da Matteo Ceroti, responsabile dello sviluppo economico delle fonti rinnovabili per la società energetica.

L’opposizione del ministero dei Beni culturali che cosa comporta?
“Dal punto di vista formale è stato un passaggio del quale non abbiamo evidenze. Lo valuteremo. Noi abbiamo investito tantissimo in questo progetto, lavorando per inserirlo al meglio nel territorio. Abbiamo coinvolto anche l’architetto Boeri e il dipartimento di Architettura e progetto della Sapienza di Roma per l’aspetto paesaggistico. Il via libera della Regione è frutto del lavoro di sintesi fatto della conferenza dei servizi. I punti della Soprintendenza sono stati valutati tutti, ma sono stati reputati non fattibili e peggiorativi”.

Contro la centrale si sono mossi anche vari studiosi. Che idea si è fatto dei pareri negativi?
“L’istruttoria regionale ha riguardato a tutti gli aspetti. A chi pone obiezioni, citando quello che è avvenuto a Strasburgo, vorrei ricordare che la geotermia non è tutta uguale. Le accortezze prese in Val di Paglia sono allineate alle linee guida del 2016 del ministero dello Sviluppo economico in materia”.

Vi sorprende l’opposizione dei territori?
“La cosa che sorprende è che ci sia un rallentamento di una centrale sviluppata interamente in una zona industriale. Uno degli elementi che può spaventare una parte del territorio è la convinzione che possano essere realizzate decine di centrali. Non è una nostra intenzione, e voglio ricordare che la geotermia non è una risorsa diffusa, ma è sito specifica. Comunque, molti cittadini sono con noi, perché hanno capito i vantaggi di questo impianto”.

Contro di voi viene utilizzata la vicinanza della Val d’Orcia, area Unesco. Ci sono dei rischi?
“La progettazione dell’impianto è stata studiata per inserire l’intervento in modo armonico nel territorio. Inoltre, la zona individuata è lontana sia dalla buffer zone che dalla Val d’Orcia. Anche per quanto riguarda le sorgenti termali, il progetto esclude ogni interferenza, come confermato dall’Autorità competente”.

Che caratteristiche ha la tecnologia a ciclo binario?
“La geotermia produce energia in modo continuo. Con il nostro impianto copriamo il fabbisogno elettrico della provincia di Siena per un terzo, ovvero oltre 30 mila famiglie, ed evitiamo di immettere nell’atmosfera 40 mila tonnellate di Co2. Noi saremo poi in grado di fornire calore al contesto circostante, quindi con vantaggi anche per le imprese. Per quanto riguarda la tecnologia a ciclo binario, risulta la più adeguata per questo tipo di risorse, che hanno temperature medie. E’ prevista una separazione fisica tra il fluido e l’ambiente circostante, quindi non c’è mai contatto. Non usiamo risorsa idrica e non ci sono emissioni in atmosfera”.

La geotermia non riesce a sfondare, nonostante la ricerca di nuove risorse energetiche. Come mai?
“E’ una fonte che ha una storia particolare, perché è sviluppata in poche aree geografiche. Fino al 2010 è stato poi un mercato monopolistico e questo non ha aiutato. Poi c’è scarsa percezione dei vantaggi di questa fonte. Siamo poco informati sul tema geotermico e questo porta diffidenza”.

L’impianto porterà anche lavoro. La base sono una settantina di persone. Andrete oltre?
“La centrale può avere carattere attrattivo anche per altre imprese, poiché si sviluppa in un sito industriale. Metteremo a disposizione dell’intera area il calore geotermico. Questo ha un doppio effetto: contrasta il cambiamento climatico e riqualifica la zona della Val di Paglia, che al momento è poco valorizzata. Abbiamo anche alcuni contatti con aziende del territorio. L’importante è che il decisore pubblico riconosca il ruolo strategico dell’impianto”.

Enel ha chiesto concessioni decennali per fare investimenti. Voi cosa ne pensate?
“Noi abbiamo chiesto delle concessioni trentennali come previsto dalla legge. Sono tempistiche che permettono la sostenibilità dell’investimento. Mi trova d’accordo il fatto di dare il giusto tempo al concessionario, soprattutto in una risorsa come la geotermia”.

Se dovesse arrivare uno stop al progetto dalla presidenza del Consiglio, che impatto avrebbe?
“Sarebbe una sorpresa, perché siamo convinti della bontà e dalla validità tecnico-ambientale del progetto. Soprattutto nella logica in cui si sta muovendo l’Europa”.

In caso di via libera, quando sarete operativi?
“Io sono confidente di partire con la produzione di energia nel 2027”.

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