SIENA – “Avere l’hub, non significa che tutto venga fatto a Siena”. Simone Bezzini stoppa sul nascere le polemiche sui progetti di Fondazione Biotecnopolo e centro antipandemico, che saranno realizzati a Siena.

Due facce differenti della stessa medaglia, che hanno provocato qualche gelosia. Sia interna, come emerge dalla dichiarazioni di alcuni imprenditori locali, desiderosi di partecipare alla spartizione della torta, che esterna. Il riferimento è a Francesco Menichetti, primario all’ospedale Cisanello di Pisa, che sul Corriere Fiorentino ha avanzato una riflessione: “Chiediamo a politici e amministratori toscani se questa sia una scelta equa e rispettosa delle risorse scientifiche e umane che in Regione Toscana hanno dimostrato efficacia e qualità a Pisa, come a Firenze, come altrove”.

Per il professore il problema è legato alla concentrazione delle risorse in un unico polo. I famosi 360 milioni annunciati dal ministro Roberto Speranza, insieme alla possibile collaborazione con Anthony Fauci. Fondamentale, su questo ultimo punto, l’intermediazione di Rino Rappuoli, che sarebbe stato presente all’incontro che si è tenuto a Washington. “A Siena sono maturati dei progetti che hanno conseguito un riconoscimento anche a livello nazionale. Io considero giusto che a Siena venga allocata funzione a livello nazionale. Vorrei però ricordare che non c’è solo l’hub antipandemico. Ci sono gli spoke che troveranno sede nel territorio toscano e anche al di fuori. Le progettualità sono molte”.

Per altro, i contorni della Fondazione Biotecnopolo non sono ancora chiari. Lo statuto, che coinvolge quattro ministeri, non è stato ancora terminato. Qualche informazione in più però potrebbe arrivare da Enrico Letta, domani a Siena per la prima iniziativa elettorale del Pd. Proprio l’ex premier, come rappresentante eletto dal territorio, si è esposto in prima linea per portare a Siena questo progetto: poi promosso con un emendamento ad hoc. Lui, pisano. C’era una volta la Toscana dei campanili.

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