FIRENZE – L’Italia ha accettato di risarcire una vittima del Forteto. La decisione è stata pressa dalla Corte europea dei diritti umani.

A presentare il ricorso a Strasburgo è stato l’avvocato Giovanni Marchese indicando che le autorità non hanno protetto la sua assistita, di cui sono rese note solo le iniziali L.F., dai trattamenti inumani e degradanti subiti all’interno della comunità nonostante fossero a conoscenza della condanna penale pronunciata nel 1985 dei due principali leader de il Forteto per abusi sessuali e maltrattamenti, e di una sentenza della stessa Cedu del 2000.

Nella decisione pubblicata dalla Corte si dice che il governo e l’avvocato hanno raggiunto un “accordo amichevole” per cui le autorità si impegnano a pagare 35mila euro per danni morali e altri 2mila per le spese legali, mentre L.F. accetta di rinunciare a ogni ulteriore pretesa nei confronti dell’Italia per i fatti contestati.

“L.F. è rimasta 30 anni nella comunità il Forteto”, ha evidenziato l’avvocato Marchese che dichiara di “essere dispiaciuto” di un risarcimento secondo lui “basso” ma anche del fatto che la Corte di Strasburgo abbia dichiarato irricevibili gli altri 15 ricorsi che ha presentato in nome di altre vittime de il Forteto, e i cui casi “sono molto simili” a quello deciso oggi a Strasburgo.

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