«L’Imu è un prelievo insostenibile per gli agricoltori, in particolare per coloro che operano nelle aree montane (secondo la precedente classificazione Istat). Consigliamo i nostri associati a non effettuare alcun versamento nell’attesa di un provvedimento correttivo da parte del Governo che sollecitiamo venga adottato tempestivamente. E’ iniquo il contenuto del provvedimento per gli agricoltori che operano nelle aree montane, oltre alla modalità di attuazione e di prelievo. E’ necessario superare l’attuale situazione di incertezza e confusione che interessa l’intero settore agricolo». E’ quanto sottolinea la Cia Toscana – nel documento della Giunta Regionale Cia – sulla vicenda Imu a pochi giorni dal responso del Tar del Lazio del 21 gennaio, che se non dovesse confermare lo stop al decreto obbligherà il pagamento dell’Imu 2014 entro il 26 di questo mese.

Per la Cia Toscana il settore agricolo è in una situazione economica complessiva di grave difficoltà, ma nonostante la contrazione di talune produzioni e le ripetute avversità climatiche, continua a contribuire alla tenuta della coesione socio-economica ed al mantenimento o, in alcuni casi, all’incremento dell’occupazione, confermandosi un settore vitale e che può ulteriormente svilupparsi e contribuire al rilancio dell’intera economia regionale.

La vicende produttive, di mercato ed avversità meteorologiche che interessano l’agricoltura toscana, ed in particolare alcuni comparti strategici del settore con la diminuzione drastica di alcune produzioni, quali l’olio di oliva e la contrazione produttiva delle altre produzioni a partire dal vino,  le calamità naturali che hanno interessato ripetutamente diverse realtà territoriali, le difficoltà di collocazione sul mercato di diversi prodotti, l’embargo russo che ha colpito le esportazioni di importanti produzioni regionali non consentono al settore agricolo di sopportare ulteriori pesi fiscali.

La Giunta Regionale di Cia Toscana attende fiduciosa la decisione nel merito del TAR del Lazio ma è contraria fin da ora a qualsiasi aumento del prelievo IMU sui terreni agricoli. La Cia conferma il proprio impegno per contrastare questo tributo non sostenibile.

La nuova classificazione Istat prevede tre fasce: comuni in pianura, tutti quelli fino a 280 metri di altitudine, dove tutti i terreni sono soggetti a Imu. I comuni con altitudine fra 281 e 600 metri, pagano Imu sui terreni i proprietari non iscritti all’Inps come Coltivatore Diretto o Imprenditore agricolo professionale (Iap); sopra i 600 i comuni sono considerati montani e tutti i terreni sono esenti dal pagamento imu. Quindi rispetto alla precedente classificazione molti comuni della fascia intermedia, che prima erano considerati montani, adesso si trovano un imu da pagare.

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