SCANDICCI – In un’Algeria devastata dalla guerra civile, una giovane insegnante viene giustiziata. La sua colpa? Avere insegnato in francese, lingua del colonialismo, storie “ritenute oscene”, ossia “Le mille e una notte”.

Giovedì 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Teatro delle Donne porta in scena una delle sue produzioni più note e apprezzate, “La donna fatta a pezzi”, in programma fino a domenica 28 novembre al Teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci. Inizio ore 21

Scritto e diretto da Filippo Renda per l’attore Antonio Fazzini, “La donna fatta a pezzi” narra una storia realmente accaduta e magnificamente raccontata dalla scrittrice e poetessa Assia Djebar nella raccolta “Nel cuore della notte algerina” di Djebar.
La narrazione prende spunto dalla omonima novella delle “Mille e una notte” in cui Shahrazad racconta la storia di una giovane donna senza nome che sarà uccisa dal marito ebbro di una gelosia innescata da un equivoco. Ma, nel perfetto stile delle “Mille e una notte”, l’oggetto della narrazione diviene a sua volta voce narrante, in un susseguirsi di scatole cinesi, un dipanarsi articolato e avvincente di racconto nel racconto.

La scrittrice algerina, attraverso la sua narrazione superba, travolgente, poetica, ci porta per mano dalla Baghdad del mito, pervasa di erotismo e di profumi, a un’Algeria dei giorni nostri dove, non solo l’ignoranza non riconosce il valore del testo per eccellenza emblematico del mondo islamico, “Le mille e una notte”, ma addirittura tradisce “un hadith, una raccomandazione del Profeta, che recita: Cerca il sapere, foss’anche in Cina!”.
L’attualità del pensiero di Assia Djebar, la sua ricchezza, ci forniscono ancora oggi spunti per riflettere, per cercare di capire, per non arrenderci all’ignoranza che è madre di ogni intolleranza, di ogni violenza e matrigna della tolleranza e della civiltà.

Oltre venti anni sono passati dalla scrittura del racconto “La donna fatta a pezzi”. Ma l’attualità profetica, vorremmo dire, del pensiero di Assia Djebar, la sua ricchezza, ci fornisce ancora oggi spunti per riflettere, per cercare di capire, per non arrenderci all’ignoranza che è madre di ogni intolleranza, di ogni violenza e matrigna della tolleranza e della civiltà.

 

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