Non andremo a Windsor e la notizia ha fatto il giro del mondo. Tra le righe degli articoli della stampa nazionale e internazionale si legge malizia (le Contrade sono andate nel 1930 a Firenze per Hitler e negli anni ’70 a Roma quando Paolo VI ha nominato Santa Caterina Dottore della Chiesa, come ricorda il New York Times); ma si leggono anche dileggio, stupore e molta malevolenza, oltre alla classica disinformazione e superficialità. Inopportuno e maldestro l’intervento di Gianna Nannini, o meglio di qualcuno che ne cura l’immagine e ha visto nella notizia l’occasione per rilanciarne la visibilità.

Palio Bandiere Augusto
Bandiere in Palazzo Pubblico (Foto Mattioli)

In pochi, a quanto sembra, sono a conoscenza di una norma degli anni Settanta che fa divieto alle rappresentanze delle Contrade di uscire dalle mura cittadine, per evitare un’inflazione di presenze. L’invito della Regina è stato accolto favorevolmente dalla maggior parte dell’opinione pubblica senese. Ci siamo sentiti onorati. Eravamo disposti a mandare una rappresentanza della nostra Città e della nostra Festa, proponendo come minimo accettabile 5 figuranti (un tamburino, due alfieri, un soprallasso con palafreniere e fantino), la Banda Città del Palio con le chiarine e il Capitano del Popolo. Altro che snobbare la Regina!

La rappresentanza proposta avrebbe reso onore alla sovrana d’Inghilterra e al tempo stesso avrebbe reso un’immagine dignitosa e completa dei simboli di Siena e delle sue tradizioni. Fare qualcosa di diverso sarebbe stata una sorta di “carnevalata”, che non avrebbe reso onore né alla Regina Elisabetta, né alla Città.

Probabilmente da parte dell’Amministrazione Comunale è mancato un approfondimento preliminare del tema, che includeva dettagli non da poco: dalle spese di viaggio per figuranti e monture – che avrebbero dovuto sostenere Comune e Contrade – alla necessaria stipula di assicurazioni ad hoc. Il tutto è stato demandato alle Contrade, che hanno effettuato le doverose analisi facendo presenti le varie problematiche, affinché per Siena e il Palio l’evento di Londra fosse davvero un’occasione per mostrarsi al meglio, in tutto il proprio prestigio.

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(Foto Mattioli)

La complessità dell’organizzazione e i tempi dell’evento hanno dissuaso gli organizzatori – cioè la Società “H Power Ltd”, rappresentata da Rebecca Lewis Lalatta – dall’includere nelle manifestazioni la rappresentanza senese. Giova, a questo proposito, conoscere nel dettaglio la cortese e rammaricata lettera di rinuncia alla presenza di Siena scritta dalla signora Lewis Lalatta: «Mi rincresce comunicare che la società H Power Ltd, incaricata della realizzazione dell’evento in occasione del 90mo compleanno della Regina nel prossimo mese di maggio 2016, ci ha informato dell’impossibilità di ospitare la rappresentanza del Palio Storico di Siena. Il direttore del programma, Simon Brooks-Ward mi ha spiegato che la durata complessiva del programma della Parata dovrà essere contenuta nell’arco di 90 minuti e che pertanto, tenuto conto degli impegni già assunti, non sarebbe risultato possibile allestire uno spazio temporale minimo sufficiente per rappresentare compiutamente l’idea del Palio Storico di Siena. Lo stesso Simon Brooks-Ward mi chiesto di anticiparVi i Suoi più profondi ringraziamenti per la Vostra squisita disponibilità nell’accogliere l’invito ed si rammarica del fatto che imprescindibili vincoli temporali emersi in fase di montaggio della struttura della Parata abbiano reso difficile la possibilità di ottenere uno spazio temporale adeguato, secondo quanto ipotizzato nel corso dell’ultima riunione a Siena il 14 novembre scorso. Peraltro, come promesso in occasione del suddetto incontro, desidero confermare il fatto che all’evento di Windsor non è stata prevista alcuna altra rappresentanza da parte italiana. Da parte mia vorrei infine dirLe che ho considerato come un grandissimo onore la possibilità di avvicinare lo straordinario mondo del Palio e della civiltà Senese e pertanto, se lo riterrete utile e secondo modalità da concordare in base alle Vs. direttive, offro la completa disponibilità per collaborare con le Contrade e il Comune di Siena per accompagnare degli Ospiti illustri alla scoperta del Palio e della Vostra meravigliosa città». Seguono ringraziamenti «per la grande disponibilità dimostrata».

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Telecamera Rai. 2 agosto 1975 (Foto Mattioli)

Molto meglio invitare, come si è fatto, la Regina Elisabetta a venire a vedere il Palio come nostra ospite. In molti casi la realtà di un progetto al quale – a malincuore per entrambe le parti – gli organizzatori dell’evento hanno dovuto rinunciare, è stata stravolta e piegata alle regole della notizia eclatante: il risultato è che su alcune prestigiose testate nazionali e internazionali è emersa una mezza verità o addirittura il contrario di quello che è stato: si è detto, in sostanza, che una piccola città di provincia ha osato rifiutare niente meno che un invito alla corte d’Inghilterra, dimostrando scortesia e chiusura. Tutto questo dimostra in maniera chiara una cosa: la nostra Amministrazione, a differenza dei media senesi, che hanno riportato correttamente la notizia, avrebbe dovuto fare, per tutta questa vicenda, un’informazione maggiormente efficace, anche seguendo le varie uscite sui media ed eventualmente chiedendo rettifiche e smentite.

Altre volte ho scritto sulla necessità di diffondere un’informazione corretta su Siena e sul Palio durante tutto l’arco dell’anno, anche attraverso un’attenta pianificazione delle uscite sulla stampa nazionale e internazionale e sui nuovi media; questo servirebbe a far conoscere realmente chi siamo e a prevenire gli attacchi, ai quali si dovrebbe rispondere in maniera efficace con tutti i media a disposizione. In un mondo dove la comunicazione è globale, dove la pressione mediatica è fortissima, anche noi dobbiamo raccontare noi stessi senza infingimenti, mettendo in rilievo la bellezza e l’unicità della civiltà senese. Anche questo è fare il bene della Città.

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