«Rischio clinico, difetti di comunicazione in corsia, relazioni umane. Sono tutti temi fondamentali quando si parla di formazione degli infermieri e sui quali c’è molto poco da ironizzare. Sottovalutare anche uno solo di questi elementi può voler dire mettere a rischio la gestione dei pazienti». A sottolinearlo Lauro Mengheri presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana in riferimento alla denuncia dei Cobas sul primo meeting di aggiornamento e formazione del personale infermieristico in corso all’Abbazia di Vallombrosa. «Il ragionamento – spiega Mengheri – non può essere ridotto e ricondotto al tema del “caos che regna dentro gli ospedali”. Lavorare sulle relazioni umane è fondamentale. Noi non sappiamo se la formazione verrà fatta da psicologi o da altri soggetti ma sicuramente, come professionisti, sappiamo che i temi sono di primaria importanza.  Il lavoro degli infermieri è tra quelli ad alta criticità. Alcuni degli incidenti che si verificano negli ospedali, ad esempio, accadono proprio per cattive comunicazioni nelle corsie. La qualità della formazione, quindi, vuol dire qualità nella gestione del paziente».

Il Presidente del Collegio IPASVI di Firenze ritiene  «molto singolare che si entri nel merito dei percorsi formativi rivolti ai coordinatori dell’assistenza e si colleghi il corso alle tante difficoltà giornaliere dei servizi e dei cittadini. L’aggiornamento che l’Azienda dispone – spiega Danilo Massai – è nel rispetto  alle necessità dei professionisti come da contratto; fra  le metodologie  formative per le attività di coordinamento è citata in letteratura la metodologia team building che è un insieme di metodologie formative per  la gestione dei processi e dei gruppi, ruolo primario dei coordinatori. Laddove i coordinatori sono indicati come probabili produttori di disagio ai cittadini, ci allontaniamo da tale ristrettivo pensiero ed eventualmente si propone di esaminare due fattori importanti che in sanità non trovano equilibrio: da un lato la necessità dei cittadini in aumento  e dall’ altro la possibilità come servizi di dare risposte appropriate e tempestive. Quindi tutti “meno populismo più lavoro quotidiano”, sia collegi, ordini, sindacati, professionisti, aziende, politica per trovare soluzioni di sostenibilità sociale, economica, professionale ma anche rivedere la cultura del cittadino nell’uso corretto dei servizi e della terapia».

Articolo precedenteSulle strade del Medioevo. Il Bargello racconta come viaggiavano pellegrini, cavalieri, principi e mercanti
Articolo successivoDura la vita degli “Animali in città”. Prato si salva, per Legambiente è «ottima»