Borsa a scarsella con otto tasche, cuoio e metalo, arte fiamminga o francese
Borsa a scarsella con otto tasche, cuoio e metalo, arte fiamminga o francese

Si viaggiava, e anche molto, nel Medio Evo. Si viaggiava per mare e per terra, affrontando naufragi, predoni e ogni tipo di pericolo. Ci si spostava per la salvezza dell’anima (pellegrini, predicatori, chierici), per fare la guerra (crociate, cavalieri, spedizioni militari) e per concludere affari (mercanti, banchieri, messaggeri). Le Corti stesse non erano mai del tutto ferme, con periodiche trasferte nei vari possedimenti e fastosi seguiti di dignitari e cavalcature. Di tutto questo movimento, che molto contribuì alla nascita di una cultura comune nei popoli europei, come ci insegna il grande storico francese Fernand Braudel, ci fornisce oggi una serie di rare testimonianze materiali la mostra ‘Il Medioevo in viaggio’, aperta fino al 21 giugno a Firenze nelle sale espositive del Museo Nazionale del Bargello (orario: tutti i giorni 8.15-17 – info: 055.294883 – www.unannoadarte.it).

Cofanetto, Francia o Italia, fine XIV sec
Cofanetto, Francia o Italia, fine XIV sec

Sinergia tra musei La parola Europa non compare qui per caso. Il progetto della mostra è nato infatti nel 2011 insieme alla fondazione del ‘Réseau des musées d’art médiéval’, una rete europea comprendente quattro importanti musei uniti dal fatto di annoverare nelle loro collezioni capolavori di età medievale appartenenti in particolare ai generi della scultura e delle arti applicate, un tempo dette ‘minori’. Questi quattro ‘paladini’ del Medioevo sono: il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, il Musée de Cluny di Parigi, il Museum Schnütgen di Colonia e il Museu Episcopal di Vic in Catalogna, destinati ad ospitare a turno l’esposizione a cui essi stessi (ma non solo) forniscono i prestiti. I musei di Parigi e Firenze hanno poi un ulteriore legame in quanto nati a distanza di un ventennio: Cluny nel 1843 e il Bargello nel 1865.

 Dittico con la Vergine in gloria e la Crocifissione, avorio, Francia, 1350-60 ca
Dittico con la Vergine in gloria e la Crocifissione, avorio, Francia, 1350-60 ca

Oltre 100 opere d’arte in mostra Il periodo evocato in mostra si ricollega idealmente a quel Medioevo divenuto un vero e proprio oggetto di culto nell’Ottocento europeo. Lo dimostrano i tanti intellettuali che nella Firenze ancora granducale e lorenese lottarono per il restauro dell’antico Palazzo del Podestà (poi ‘del Bargello’), all’epoca fatiscente carcere cittadino, e riuscirono a trasformarlo nel primo Museo Nazionale dell’Italia Unita. Questa mostra vuole quindi essere anche il primo evento di una serie di iniziative che celebreranno i 150 anni dall’inaugurazione del museo. L’esposizione presenta oltre 100 opere d’arte fra pitture su tavola, sculture in pietra, miniature, pregevoli manufatti in avorio, altaroli, vetrate, placchette di metallo più o meno pregiato (si applicavano sulle vesti per indicare la mèta del pellegrinaggio), antiche carte geografiche, portolani, astrolabi, sigilli e reliquiari. Particolarmente pregevoli alcuni oggetti di uso quotidiano – fra i pochi giunti fino ai nostri giorni – come scarpe, borse da messaggero, scarselle da appendere alla cintura, lettere o cofanetti da viaggio. Il tutto suddiviso in 5 sezioni tematiche – connesse ad altrettanti tipi di viaggiatori – che partono dagli strumenti di rappresentazione del mondo allora conosciuto: un antichissimo globo celeste, la carta nautica firmata nel 1311 dal genovese Pietro Vesconte e i costosi astrolabio, sofisticati strumenti di navigazione di cui si presentano in mostra una versione araba (XIII sec.) e una inglese (XIV sec.) conservate nel Museo Galileo di Firenze.

Carte da gioco e miniatura su pergamena
Carte da gioco e miniatura su pergamena

Borse, scarselle e pantofole, ecco i corredi di viaggio Ma la curiosità maggiore nasce dai ‘corredi da viaggio’. Ecco le calzature, per noi simili a pantofole, realizzate in cuoio secondo la tecnica del “guardolo rivoltato” ancora oggi in uso. Erano un vero lusso per i pellegrini, abituati a viaggiare scalzi, e solo alla fine del Medioevo diventeranno di moda quelle confezionate “a zampa d’orso” (cioè molto allargate all’estremità) che troviamo rappresentate nei dipinti e negli arazzi. E poi le borse: la ‘tasca’ per i documenti del messaggero e quella porta reliquie, ricamata in seta e oro (da Colonia); la ‘scarsella’ in cuoio e metallo utilizzata per lo più dai mercanti, di cui il Bargello custodisce un esemplare perfettamente conservato; la curiosa tasca che si appende alla cintura ed è in realtà la rilegatura di un libro che si può aprire e consultare in viaggio: l’esemplare in mostra viene dalla Royal Library di Copenaghen e contiene il testo giuridico “Law of Jutland”, uno dei più importanti codici danesi, adottato nel 1241 e considerato il precursore della legislazione e della costituzione danese. E ancora il pettine intarsiato in legno e osso con il suo astuccio in cuoio, i numerosi cofanetti, nuziali e non, i candelabri e i tavolini smontabili, le carte miniate e le scatole da gioco. Infine, l’enorme cassone da viaggio in legno, ferro e cuoio che poteva contenere abiti, biancheria della casa, libri, gioielli e armi: proviene da Parigi e la sua linea si riflette negli analoghi cassoni tessuti nel fastoso arazzo fiammingo che chiude il percorso espositivo.

Libro giuridico da cintura, Danimarca, testo 1490 ca
Libro giuridico da cintura, Danimarca, testo 1490 ca

Gli organizzatori La mostra è a cura di Benedetta Chiesi, Ilaria Ciseri e Beatrice Paolozzi Strozzi, che curano anche, con i contributi di numerosi studiosi, il catalogo edito da Giunti. L’allestimento progettato da Giancarlo Lombardi è realizzato da Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group.

 

Articolo precedentePiano Solo Tour a Livorno. Il 10 aprile Giovanni Allevi in concerto
Articolo successivoLavoro infermieri ad alta criticità. Qualità della formazione vuol dire qualità per i pazienti