FIRENZE – Giù l’export calzaturiero toscano nel 2020 con una flessione del -21,5% in valore sul 2019, tra calzature e componentistica.

Lo rivelano i dati del Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, secondo cui, dopo il crollo del secondo trimestre (-60,2%), la seconda metà dell’anno ha visto avviarsi un parziale recupero: +5,4% nel terzo trimestre e +7,6% nel quarto. Le prime cinque destinazioni dell’export toscano 2020 sono state Svizzera (-18,3%), Usa (-38,7%), Francia (-23,4%), Regno Unito (-33,1%), Cina (+28,7%); assieme questi cinque paesi hanno coperto il 69% del totale export regionale.

“Il 2020 – ha detto il presidente nazionale di Assocalzaturifici, Siro Badon – ha avuto pesanti conseguenze economiche per il nostro settore. I dati parlano chiaro. Oltre ad aver lasciato sul terreno circa un quarto della produzione nazionale e del fatturato complessivo, si registra anche un drastico calo dei consumi delle famiglie italiane, sia nella spesa (-23,1%) che nelle quantità (-17,4%)”.

Dal punto di vista della demografia di imprese, i dati di Infocamere-Movimprese diffusi da Assocalzaturifici registrano una variazione pari a -77 unità, tra industria e artigianato, accompagnata da un saldo negativo di -1.106 addetti. Nel 2020 a livello nazionale sono calati rispetto al 2019 sia il fatturato, attestatosi a 10,72 miliardi di euro (-25,2%) che la produzione (scesa a 130,5 milioni di paia, -27,1%), ed è calato anche l’export, sia per quanto riguarda il valore (-14,7%) che le quantità (-17,4%).

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