Tempo lettura: 4 minuti

FIRENZE – Venerdì 12 dicembre, alle ore 20, nella Sala Zubin Mehta del Teatro del Maggio, la direttrice Bar Avni sale per la prima volta sul podio del Teatro alla guida dell’Orchestra del Maggio.

In cartellone un ricco programma: in apertura alla serata Subito con forza, composizione orchestrale scritta nel 2020 dal compositore sudcoreano Unsuk Chin. Segue il Triplo concerto in do maggiore op. 56 per violino, violoncello, pianoforte e orchestra composto da Ludwig van Beethoven: soliste nel corso dell’esecuzione Anna Tifu al violino; Erica Piccotti al violoncello e Leonora Armellini al pianoforte. Chiude il concerto la Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 di Antonín Dvořák.

Bar Avni, al suo debutto fiorentino, è dal 2021 la prima direttrice principale dei Bayer Philharmoniker. Collabora con numerose orchestre e ha recentemente ricevuto il primo premio al concorso “La Maestra” di Parigi dalla giuria internazionale presieduta da Natalie Stutzmann. Ha inoltre vinto quattro premi speciali: il “Premio Orchestrale dell’Orchestra Mozart di Parigi”, il “Premio Arte”, il “Premio Echo” e il “Premio delle Sale da Concerto e delle Orchestre Francesi”. Sempre nel 2021 è stata la più giovane vincitrice di un premio e borsista dell’ “Istituto Internazionale Kurt Masur”.

Nel 2024 ha debuttato con la WDR Funkhaus Orchestra e la Göteborg Symphony Orchestra come assistente di Barbara Hannigan. Dal suo debutto come direttrice d’orchestra nel 2016 al Festival del Tirolo di Erl, Avni ha collaborato con diverse orchestre ed ensemble di diversi orientamenti stilistici, tra cui l’Israel Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, l’Israel Chamber Orchestra, la Symphoniker Hamburg, Bergische Symphoniker, Bridges Chamber Orchestra e l’Haifa Symphony Orchestra. Percussionista classica di formazione, Bar Avni ha inoltre studiato direzione d’orchestra con Yoav Talmi a Tel Aviv, per poi diventare direttore assistente della Israel Chamber Orchestra.

Ha poi proseguito gli studi con Martin Sieghart a Graz e Ulrich Windfuhr ad Amburgo. Nella stagione 2017/18 è stata assistente del Direttore Musicale Generale Peter Kuhn presso i Bergische Symphoniker.

Il concerto

Unsuk Chin – Subito con forza

Nata nel 1961 a Seoul, Unsuk Chin è una delle compositrici più stimate ed eseguite degli ultimi decenni. Grazie a una borsa di studio, negli anni Ottanta si trasferisce in Germania dove si perfeziona con György Ligeti e vive le prime esperienze nel campo della musica elettronica presso l’Electronic Music Studio di Berlino.

Il variegato catalogo delle sue opere comprende musica vocale e strumentale per ensemble e per orchestra, musica elettronica, pagine pianistiche, concerti per strumento solista e orchestra e un’opera per il teatro (Alice in Wonderland). Il brano orchestrale Subito con forza nasce nel 2020 su commissione del Concertgebouw di Amsterdam in occasione delle celebrazioni del duecentocinquantesimo anno della nascita di Beethoven.

Il titolo rimanda a un’indicazione frequente nelle partiture beethoveniane volta a sottolineare il repentino trapasso da momenti di serenità ad altri di vigorosa energia. Nella sua miniatura orchestrale della durata di cinque minuti la Chin omaggia subito in apertura Beethoven con la citazione in fortissimo del primo accordo dell’ouverture Coriolano, che immediatamente si frammenta in schegge dissonanti nei cluster di vibrafono, marimba e pianoforte.

Le continue allusioni a gesti beethoveniani si insinuano in schemi ritmici e ostinati melodici familiari e nei molti contrasti dinamici disseminati in partitura, che come frammenti di un passato lontano aleggiano su un paesaggio sonoro dai colori vitrei e taglienti.

Ludwig van Beethoven – Triplo concerto in do maggiore op. 56 per violino, violoncello, pianoforte e orchestra

Il Grande Concerto concertante in do maggiore per pianoforte, violino, violoncello e orchestra, noto come Triplo concerto, fu composto da Beethoven tra il 1803 e il 1804 ma pubblicato tre anni dopo, nel 1807, con il numero d’opus 56.

Sebbene la partitura sia dedicata al principe Lobkowitz, il Triplo concerto sarebbe stato composto per l’arciduca Rodolfo d’Austria, al tempo allievo di pianoforte di Beethoven. Questo spiegherebbe la differenza tra la parte pianistica, più semplice e lineare, realizzata ‘su misura’ per le capacità tecniche del giovane allievo, e la parte dei due strumenti ad arco, riservata a due valenti musicisti dell’orchestra di corte.

In particolare, risulta assai complessa e impegnativa la scrittura per il violoncello, che ha fatto ipotizzare una originaria destinazione solistica per quest’ultimo. Nato come opera d’occasione dal tono disimpegnato e leggero, il Triplo concerto venne relegato dalla critica in secondo piano rispetto ad altri lavori coevi.

Dei tre movimenti che lo compongono – Allegro, Largo, Rondò alla Polacca – l’ultimo fu il più apprezzato, tanto per il piglio ritmico della polacca, danza di gran moda nei salotti dell’epoca, quanto per la vitalità della scrittura. Il ritornello si basa infatti su un tema pieno di verve, esposto dal violoncello prima di essere condiviso con gli altri solisti e l’orchestra, che si alterna a tre episodi contrastanti e ricchi di invenzioni melodiche.

Antonín Dvořák – Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88

La Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88. di Dvořák fu composta nel giro di poche settimane nell’autunno del 1889 ed eseguita a Praga il 2 febbraio dell’anno seguente sotto la direzione dello stesso autore. In una lettera inviata a un amico il musicista aveva confidato di voler scrivere una sinfonia “differente dalle altre, con le singole idee elaborate in modo nuovo”, quasi una sorta di allontanamento dal modello venerato del sinfonismo brahmsiano, seguito fino a quel momento, a favore di un linguaggio rapsodico e narrativo, tipico della tradizione musicale slava, che procede per immagini poetiche piuttosto che per complesse elaborazioni tematiche.

E che in questa sinfonia la libertà dell’invenzione fosse primaria rispetto al rigore della costruzione tradizionale Dvořák lo dimostra fin dalle prime battute dell’Allegro con brio iniziale, un movimento costruito nella tonalità di sol maggiore che però insolitamente si apre con una lunga melodia elegiaca intonata da violoncelli e corni in sol minore. Nell’Adagio, in forma di romanza, il compositore predilige il tono raccolto e meditativo di un racconto sussurrato, mentre nell’Allegretto grazioso impagina una melodia incantevole che si muove leggiadra a ritmo di valzer, seguita nel Trio da una nuova idea tematica di pari fascino sonoro.

Nel Finale (Allegro ma non troppo) una fanfara di trombe richiama l’attenzione su un discorso in cui un tema dal ritmo danzante viene sottoposto a una serie di variazioni sempre più ricche e articolate che sfociano in una coda festosa e sgargiante.

Info e biglietti

Il concerto è preceduto dalla guida all’ascolto tenuta da Katiuscia Manetta nel Foyer di Galleria della Sala Mehta.
È riservata ai possessori del biglietto e si svolge 45 minuti prima dell’inizio dello spettacolo (durata: 30 minuti circa).

Prezzi

Settore D: 20€
Settore C: 35€
Settore B: 50€
Settore A: 70€

Segui le nostre news sul canale WhatsApp
CLICCA QUI

Per continuare a rimanere sempre aggiornato
Iscriviti al nostro canale e invita