luciano spalletti e gabriele beni«Luciano Spalletti non ha mai rifiutato la Fiorentina, né mai fatto richieste assurde per venir ad allenare la squadra viola. Spalletti il 30 giugno prossimo verrà via dallo Zenit San Pietroburgo. È una persona corretta che vuole chiudere dal punto di vista contrattuale il suo rapporto col club russo alla naturale scadenza del legame che ha con la società dello Zenit. Poi lui sarà a disposizione di qualsiasi tipo di richiesta. Spalletti credo che abbia voglia poi di tornare ad allenare in Italia e sarebbe ben felice di allenare un giorno alla Fiorentina. Non dimentichiamoci che Spalletti ha comprato una casa nel centro di Firenze ed ha già fatto capire un giorno dove vorrà andare a vivere Fino ad oggi però non è mai stato contattato dal club gigliato». Gabriele Beni, fondatore del marchio D’Acquasparta, è amico personale di Luciano Spalletti, di cui si è scritto nei giorni scorsi che avrebbe rifiutato la panchina gigliata per il post Vincenzo Montella per presunte richieste ritenute esose da parte del club gigliato. Parlare con uno degli imprenditori fiorentini più importanti è anche l’occasione per analizzare il momento in casa viola a 360 gradi a poche ore dal possibile arrivo in città di Andrea Della Valle che dovrebbe ufficializzare il nuovo progetto gigliato che sarà affidato quasi certamente a Paulo Sousa, allenatore in uscita dal Basilea.

Una delle critiche che viene mossa alla famiglia Della Valle è quella di non aver mai creato un vero connubio nei loro quasi 13 anni come proprietari della Fiorentina con la piazza di Firenze. Da fiorentino che impressione ne ha?

«Forse perché per loro la Fiorentina è un investimento economico, non è un investimento di cuore. Forse avrebbero fatto meglio a mescolarsi maggiormente con la piazza di Firenze perché Firenze è una città particolare, non ripetibile in alcuni suoi contesti ed in certe sue dinamiche. Innanzitutto bisogna ringraziare i Della Valle perché hanno deciso di investire perché in quel momento in cui hanno rilevato il club post fallimento non ce n’era molti che lo volevano fare. Chi aveva soldi, si è allontanato, chi avrebbe voluto farlo in quel periodo, non aveva i soldi e le banche non ti avrebbero appoggiato, visto che neanche una banca del territorio ha avuto voglia di farlo. Hanno fatto un’ottima operazione di marketing, sicuramente non sono mai entrati nella fiorentinità e gestiscono il calcio come qualcosa di aziendale, il che va bene, se però vogliono riportare le persone allo stadio, soprattutto le famiglie, devono capire che le persone che vanno allo stadio non guardano ai comunicati stampa o sta tutto il giorno sui social. A volte conta più  salire sulla balaustra e parlare con le persone, che tante altre cose. Firenze è una città normale, non ha un profilo super ricchissimo, non è Montecarlo, ci sono persone normali, a cui bisogna parlare con un linguaggio semplice».

La gestione del caso Montella come la valuta un tifoso come lei?

«Sicuramente Montella ha sbagliato, ha avuto atteggiamenti errati, volendo ad esempio modificare un contratto che aveva da poco tempo firmato. Qualcosa di sbagliato, soprattutto per una persona che aveva tanto guadagnato in fiducia nel rapporto con la piazza, visto gioco e risultati ottenuti dalla Fiorentina. Magari però se la società spiegava questa dinamica, importanti ai fini della conclusione del rapporto fra club gigliato e Montella, sarebbe stato certamente meglio».

 

 

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