Sarà rimosso e fatto brillare nella giornata di mercoledì 21 novembre dal nucleo specializzato Sminamento e Difesa Antimezzi Insidiosi della Marina Militare di la Spezia l’ordigno bellico rinvenuto lo scorso mese di giugno all’Isola del Giglio davanti a Cala Arenella a 188 metri dalla Costa a 53 metri di profondità. Si tratta di una mina di fabbricazione italiana del diametro di circa 2 metri che contiene al suo interno 150 kg di tritolo. Dopo il rinvenimento le operazioni erano state sospese in attesa della messa in sicurezza del relitto della Costa Concordia avvenuta lo scorso 2 novembre. Nella giornata di mercoledì la mina verrà sollevata, rimorchiata e fatta brillare. Per consentire il regolare svolgimento delle operazioni è stata disposta dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto di Santo Stefano l’interdizione dell’area LAT 42°,26,5’ N LONG 010°52,5’ E e LAT 42°,24,5’ N LONG 010°,49,5’ E fino al 22 novembre e comunque fino alla conclusione delle operazioni. Nell’area indicata è vietata la navigazione, la balneazione, la sosta, l’immersione e la pesca, così come tutte le unità durante il trasporto dell’ordigno, devono mantenersi ad una distanza di sicurezza di almeno 300 metri.

Il Giglio e le mine Con tutta probabilità si tratta di una mina vagante della Seconda Guerra Mondiale arrivata nei fondali del Giglio con le correnti. Durante la guerra, infatti, vennero posate moltissime mine lungo la Costa. Gli sbarramenti minati avevano funzione antisbarco e antisommergibile. Le mine impiegate dalla Marina Militare negli sbarramenti erano di tipo "Bollo" (peso della carica 145 kg.) ed "Elia" (peso della carica tra 120 e 130 kg.), dal nome degli ideatori. Di solito le mine venivano ancorate al fondale marino. Il sistema consentiva di stabilire in anticipo, prima della messa in mare, la quota a cui doveva trovarsi l'involucro esplosivo. La sfera contenente la carica (fino a 200 kg.) era collegata mediante un cavo metallico ad un carrello appesantito che fissava al fondo tutta la struttura. Se veniva realizzato uno sbarramento antinave le mine ad urto venivano posizionate ad una profondità indicativa di 4 metri dalla superficie. Se veniva realizzato uno sbarramento antisommergibile venivano posizionate a circa 8 metri.

Il Giglio e i bombardamenti Al 15 gennaio 1944 risale il primo bombardamento all’Isola del Giglio. Alle ore 15 sei caccia bombardieri americani si posizionarono in movimento sopra il Castello e con delle virate in picchiata fecero cadere decine di bombe che scoppiarono fuori dalle mura in località Fontanelle e sulla strada Provinciale. Altre due incursioni aeree si verificarono nei mesi di febbraio e marzo sempre su Giglio Castello. I sei caccia bombardieri lasciarono il posto a due caccia inglese semplici di stanza in Corsica che continuarono a bombardare fino ad aprile 1944. I bombardamenti cessarono nel mese di giugno quando gli alleati presero il controllo dell’Isola.

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