«Sembra che» la salma di Lorenzo Orsetti «sia ancora bloccata in Siria. Una settimana fa stavano ancora organizzando la cerimonia per salutare Lorenzo, so che i curdi danno tanta importanza a coloro che chiamano ‘martiri caduti per la lotta’, li onorano». Lo ha detto Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo, 33enne fiorentino ucciso in combattimento dall’Isis mentre militava come volontario a fianco delle milizie curde. Il padre di Orsetti lo ha detto a margine di un incontro intitolato ‘La Resistenza oggi, l’esperienza del popolo curdo nel Rojava’, al circolo Arci di via delle Porte Nuove a Firenze.

L’incontro Sul luogo di sepoltura inoltre, ha proseguito il genitore, «la decisione non è ancora presa al 100%», il fatto che «la salma non sia ancora arrivata ci sta lasciando un minimo di possibilità di aspettare e di rifletterci ancora. Viviamo giorno giorno»”. «Parlando di Lorenzo ci si ricorda del popolo curdo e viceversa. Sono molto contento di queste iniziative che stanno mettendo in luce la lotta del popolo curdo e la vita di Lorenzo – ha sottolineato Alessandro Orsetti -. La società è molto attiva nel ricordare ciò che è successo, ancora c’è da capire che frutti può portare tutto ciò ma già il fatto che se ne parli mi fa ben sperare». L’incontro, ha spiegato il segretario generale di Cgil Firenze Paola Galgani, vuole «ricordare Lorenzo, esprimere vicinanza umana e politica alla famiglia e sottolineare che la battaglia del popolo curdo ce la ricordiamo troppo poco, solo quando ci sono fatti di questo genere». La vicenda di Orsetti «mi ha fatto venire in mente il ruolo delle organizzazioni sovranazionali, penso all’Onu. Se penso al ruolo che ha avuto l’Onu in tante vicende, rifletto sul fatto che non può non averlo in questi casi».

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