“Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628, don Abbondio”. Qui, nel celebre romanzo di Alessandro Manzoni, il curato incontra i due bravi. “Or bene, – gli disse il bravo, all’orecchio, ma in tono solenne di comando, – questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”. E se i panni di Renzo e Lucia, quattrocento anni dopo, li vestissero Mps e Unicredit? I bravi avrebbero con ogni probabilità i volti della politica, di quei pezzi (grandi) di Movimento 5 Stelle e Pd che non vedono di buon occhio il matrimonio e che, di fronte alla possibilità “caldeggiata” dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, invocano di chiedere tempo all’Ue per rinegoziare l’uscita dello Stato da Rocca Salimbeni fissata per la fine del 2021 come termine ultimo. Una richiesta di tempo che risuona come quella condita dei latinorum di Don Abbondio a Renzo all’indomani dell’incontro coi bravi. Don Rodrigo? Nella trasposizione bancaria de I Promessi Sposi ha tutti i caratteri di Jean Pierre Mustier, il ceo di Unicredit innamorato della sua banca Lucia. Al Tesoro non resta dunque che sperare nel Fra Cristoforo Piercarlo Padoan verso la presidenza di Unicredit e nella dote che è pronto a mettere sul piatto per rendere Renzo Mps più appetibile: 2,5 miliardi di ricapitalizzazione. Sullo sfondo la pandemia di coronavirus che tanto assomiglia a quella di peste del 1630. Con un’unica grande differenza: l’influenza in Borsa e sui grandi mercati europei

Settimana decisiva Esulando dal contesto letterario sarà una settimana difficile e importante quella del Monte dei Paschi. A partire da oggi stesso quando è convocato un Cda straordinario che dovrebbe decidere su un possibile aumento di capitale, visto come passaggio necessario per una aggregazione. Per terminare giovedì con la presentazione dei dati della terza trimestrale 2020. La semestrale fece registrare un rosso di oltre un miliardo e le previsioni in vista di giovedì, anche dopo gli accantonamenti decisi per far fronte ai risarcimenti giudiziari passati da “possibili” a “probabili”, non sono certo rosee. Negli ultimi giorni si sono rafforzate le voci di un matrimonio possibile, quello tra Mps e Unicredit, caldeggiato dal Governo, non senza mal di pancia interni alla maggioranza, da annunciare entro l’anno. A che prezzo futuro? Una nuova ricapitalizzazione e un taglio del personale. I sindacati parlano di 3mila posti di lavoro a rischio in Toscana. Quello che è certo il prezzo già pagato: 7 miliardi di euro sborsati dallo Stato, e quindi anche dai contribuenti, dal dicembre 2016 ad oggi. Da quando per salvare la banca senese il Tesoro rafforzò la sua presenza nel capitale azionario salendo al 68%. Pagando 4,8 euro ognuna di quelle azioni che oggi ne vale 1,2 euro.

Un finale da scrivere Tutt’oggi la critica letteraria s’interroga se il finale de I Promessi Sposi sia un lieto fine. Com’è andata tra Renzo e Lucia lo sappiamo tutti, ma come andrà a finire tra Mps e Unicredit?

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