FIRENZE – Quasi 70 aggressioni al mese, 800 nell’arco di un anno. Per la Regione Toscana i numeri di atti violenti (verbali o fisici) nei confronti dei dipendenti delle aziende e di enti del servizio sanitario regionale, sono impietosi.

L’Osservatorio regionale dice che nessuna categoria è stata immune da queste azioni: 1,80% amministrativi; 1,76% operatori socio-sanitari; 1,46% infermieri; 1,07% medici; 0,71% assistenti sociali, educatori e altro personale sanitario. Risulta quanto mai importante perciò lo spazio web, che sarà online da domani, ed è dedicato agli operatori sanitari e socio-sanitari vittime di violenze.

“La data non è casuale – ha spiegato l’assessore al diritto alla Salute, Simone Bezzini -. Domani ricorre per la prima volta la ‘Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari’ e come Regione Toscana abbiamo voluto manifestare la nostra attenzione a una problematica. Proprio oggi si è riunito per la prima volta l’Osservatorio nazionale, di cui fanno parte otto Regioni tra cui la Toscana. Abbiamo poi attivato corsi di formazione e approvato le linee di indirizzo. Stiamo lavorando anche a una campagna di comunicazione specifica e ad altre iniziative per pianificare le misure di prevenzione, di contrasto e gestione del problema”.

L’Osservatorio regionale, nato nel 2018, ha attivato un monitoraggio trimestrale degli episodi di violenza, raccogliendo le segnalazioni delle Aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie, di Ispro e della Fondazione Gabriele Monasterio, per arrivare ad avere piena contezza del fenomeno.

Questa struttura ha redatto, inoltre, le linee di indirizzo per la prevenzione e gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari e socio-sanitari, approvate con delibera di giunta nel giugno 2021, che costituiscono il documento di riferimento per la programmazione regionale in questo ambito.

A maggio è previsto un corso di aggiornamento con l’obiettivo di supportare gli esperti in materia di aggressione al personale sanitario nella gestione delle attività. Il monitoraggio dei fenomeni di aggressione, attualmente, viene effettuato tramite la trasmissione trimestrale alla Regione di una tabella precompilata da parte dei servizi di prevenzione e di protezione aziendali. L’idea è quella di implementare questa attività con una versione web.

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