Forse disorientato dalla complessità di sentimenti e di intrighi che il Palio di Siena sottende, quel signore che nel luglio del 1891 si aggirava nei pressi di piazza del Campo con pipa e strano cappellino in testa, non pronunciò, almeno in quella circostanza, la sua fatidica frase: “elementare Watson”. Anzi, ebbe a dire che il Palio era “troppo complicato per un forestiero”. Stiamo parlando ovviamente di Scherlock Holmes che, nella finzione del romanzo d’esordio di Luca Martinelli intitolato, appunto, Il Palio di Scherlock Holmes, si trova a Siena mentre è alle prese con un complicato caso di doppio omicidio. Nelle vicende senesi che vedono impegnato il noto investigatore il Palio resta semplicemente sullo sfondo anche se – secondo la migliore tradizione giallistica – non può mancare una quasi sincronia tra lo scoppio del mortaretto e lo sparo di una pistola. Situazione che pure Carlo Lucarelli aveva riproposto nel suo racconto contenuto nel libro collettaneo Visioni di Palio (2004), poiché secondo lui il Palio potrebbe costituire la scena per il delitto perfetto: sparando in contemporanea al botto del mortaretto “e andarsene indisturbato quando la Contrada che ha vinto attraversa le vie della città cantando a squarciagola dietro al palio appena conquistato”.
Non c’è dubbio su come il Palio abbia via via stuzzicato l’immaginazione degli autori di tryller e dintorni. Anni fa Frederick Forsyth, maestro dello spionaggio d’azione, ambientò a Siena uno dei racconti (Il miracolo) compresi nel libro Il veterano e altre storie (2001). Tra luoghi comuni sulla città e descrizioni alquanto bislacche, a un certo punto egli scrive che negli “angusti vicoli, nei rioni più vecchi… non v’era traccia degli abitanti, poiché quello era il giorno del Palio. […] Quello che giungeva da Piazza del Campo era ormai un urlo ininterrotto”.
Ma a proposito di Palio e letteratura gialla, il migliore libro scritto resta, al momento, Il Palio delle contrade morte di Fruttero & Lucentini (1983), dove attraverso la narrazione di una vicenda sospesa fra il poliziesco e il fantasy, si coglie quell’aura spiritica che sembra percorrere la Festa dei senesi. Concluderanno i protagonisti del romanzo: “Ci hanno voluti qui […] come testimoni, per non essere i soli viventi (“viventi”?) su questa piazza, su questa terra, a veder correre questo Palio delle loro risuscitate contrade”.
Oggi è la volta di Sherlock Holmes che nel riuscito racconto di Martinelli di fatto non assisté al palio. E di ciò si pentì al punto di affermare che fu “un imperdonabile delitto”.

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