PISA – La lotta al Parkinson fa tappa in Toscana. L’Università di Pisa sarà coordinatrice di una ricerca che da marzo punta a individuare precocemente la malattia.

Si basa su uno studio personalizzato del sonno e dovrebbe dare risultati entro il 2026. Finanziato con 3 milioni di euro dal programma per la ricerca e l’innovazione dell’Unione Europea “Horizon Europe” – di cui 800.000 destinati all’ateneo pisano -, il progetto Nap ha come obiettivo quello di utilizzare, per la prima volta in questo particolare campo di indagine, degli organoidi cerebrali, ossia dei modelli cellulari tridimensionali avanzati del cervello umano.

“Riuscire ad individuare per tempo il morbo di Parkinson, anche prima che inizino i tremori tipici, è fondamentale per controllare la malattia, gestirne l’evoluzione e garantire al paziente una miglior qualità della vita – ha affermato Chiara Magliaro, ricercatrice presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e responsabile del progetto -. Con la tecnologia che intendiamo sviluppare grazie al progetto Nap, sarà possibile farlo  in maniera personalizzata”.

La novità è rappresentata anche dall’approccio al paziente. “A differenza delle classiche tecniche di diagnosi – ha proseguito Magliaro – quella che stiamo approntando non è invasiva e permetterà di individuare il morbo di Parkinson attraverso screening precoci e di capire la predisposizione o meno di un soggetto a questa malattia che, come altre malattie di tipo neurodegenerativo, ha un’incidenza crescente in una società come la nostra che invecchia di più”.

Al progetto aderiscono anche le università di Friburgo ed Amsterdam e tre imprese, Organotherapeutics Gmbh (Lussemburgo), Atlas Neuroengineering (Belgio) e SleepActa (spin-off dell’Università di Pisa).

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