Mary è una donna sola, aspetta il marito, partito non si sa né quando né per quale motivo. La sua mente è piena di voci, sprazzi del passato, confusi con soldati in punto di morte. Mary è il personaggio al centro di “Ma perché non dici mai niente? Monologo”, spettacolo di Lucia Calamaro che Elisa Pol porta in scena venerdì 21 dicembre al Teatro Manzoni di Calenzano (Firenze  – ore 21,15), nell’ambito della rassegna What’s Up che Teatro delle Donne dedica alle nuove realtà del teatro italiano. Il monologo affronta il tema della solitudine e dell’abbandono attraverso la comicità destabilizzante che contraddistingue la scrittura di Lucia Calamaro.

Lo spettacolo Per la protagonista nasce una simpatia spontanea, innata, come per tutti gli esclusi della letteratura e della società, che nella fuga dalla ragione e dalla vita hanno saputo offrirci atti cristallini d’amore per l’esistenza. E se niente fosse vero? Se invece ci trovassimo in una camera d’ospedale ascoltando il delirio di una donna colpita da qualche disturbo neurologico? Mary è sola in scena e non sa più quale sia il confine fra il suo corpo e lo spazio circostante. La sua è una “vita ferma” in cui niente sembra più cambiare. Quasi come un personaggio di Beckett, Mary è un’entità mentale spogliata di qualsiasi presente, e se il presente non c’è, ecco che la parola va alla memoria, a un marito atteso che non torna dalla guerra da tanti anni, a frammenti di vita quotidiana, a slittamenti del pensiero che scivolano nell’abisso della coscienza. In questo confine fra la realtà e la sua proiezione immaginaria, fra ricordo e presente, fra la concretezza della parola capace di generare mondi – attendibili o ingannevoli, ma non per questo meno veritieri – e la sua intrinseca ambiguità, s’insinua la scrittura di Lucia Calamaro

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