RADICONDOLI – Ancora uno stop sulla geotermia. E per di più, da uno dei Comuni, Radicondoli (Siena), che da anni l’ha adottata.

Non si tratta questo volta di un diktat generalizzato, ma di una direttiva legata al permesso di ricerca di risorse geotermiche per la sperimentazione di impianti pilota denominato “Lucignano”. Un’area esclusa da quelle approvate dall’amministrazione nel 2009. “L’impianto “Lucignano” sarebbe realizzato in contrasto con l’attuale assetto socio-economico della zona e con la relativa pianificazione urbanistica – afferma il sindaco Francesco Guarguaglini -. C’è un costo socio-economico-ambientale oltre il quale non si può andare. Per altro, nel permesso Lucignano, per una capacità produttiva di soli 5MWh, si prevede la realizzazione un impianto industriale di notevoli dimensioni e l’estensione con quasi 5 km di vapordotto. Si prevedono inoltre due centrali in aree non votate alla produzione di energia geotermica”.

L’altolà su una zona specifica non cambia comunque le carte in tavola secondo il primo cittadino, deciso a investire ancora sulla geotermia: “Radicondoli è pronta a mettere in atto la sfida per una efficace transizione energetica e la vuole raggiungere potenziando anche gli attuali poli produttivi posti nelle zone dichiarate idonee e a comprovata vocazione geotermica. Lo stiamo già facendo contribuendo per quasi il 5% del fabbisogno energetico della Toscana. Ma Radicondoli non è disposta a compromettere la parte del territorio dichiarato non idoneo alla geotermia e destinato ad un importante sviluppo turistico. Non vogliamo mercificare il nostro territorio”.

Il sindaco è sostenuto in questa su visione anche dal Consiglio comunale, che ha approvato la mozione del gruppo Energie per Radicondoli, con voti della maggioranza e della minoranza: “La geotermia solo nelle zone vocate e previste dagli strumenti urbanistici del Comune”.

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