Enrico RossiBene le riforme col nuovo titolo Vn sul federalismo, ma ora si deve guardare più avanti. A un «regionalismo differenziato» con tanto di autonomie speciali per materie alle regioni che lo chiederanno e lo meriteranno, da commissariare in caso di fallimento. Intervistato da Il Sole 24 Ore, il governatore della Toscana Enrico Rossi rilancia la partita della riforma delle regioni, compreso l’accorpamento. «Il federalismo degli staterelli è stato un grave errore. Purtroppo spesso il titolo V è stato interpretato e praticato così. Ma con l’altra faccia della medaglia di un federalismo per abbandono dallo Stato. La situazione imponeva ormai la riforma costituzionale», dice Rossi.

Le parole di Rossi «Condivido il principio della supremazia dello Stato. Si sono chiarite le competenze, è giusto. Ma allo Stato al tempo stesso contesto ad esempio di non avere un piano sull’energia, infrastrutture o i trasporti. Penso alla possibilità per le regioni di assumere competenze su tante materie e iniziative. Il nuovo art.116 apre una via d’uscita all’autonomia speciale per materie su tante competenze», prosegue il Governatore. Quanto all’accorpamento, «cominciamo almeno a concepire di associare i servizi quando c’è un substrato sociale omogeneo. Venti regioni alla lunga non reggono più». Sulla sanità, i fondi della manovra sono «una cifra da cui partire. Poi è chiaro che c’è il problema dei contratti, degli investimenti, dei Lea, dei farmaci. Non vogliamo aumentare i ticket», assicura Rossi. «Altra cosa è per le regioni in piano di rientro».

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