Due milioni di euro per il Giardino di Boboli. A donarli la casa di moda Gucci a favore delle Gallerie degli Uffizi, il restauro e la valorizzazione del patrimonio botanico del Giardino di Boboli. Lo hanno annunciato oggi Marco Bizzarri, presidente e Ceo Gucci, il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, e il sindaco di Firenze, Dario Nardella. Il progetto culturale ‘Primavera di Boboli’, promosso dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e patrocinato dal Comune di Firenze, in partnership con le Gallerie degli Uffizi e la donazione di due milioni di euro da parte di Gucci, «farà rifiorire il verde del giardino e lo riporterà al suo status storico di Versailles italiana», ha sottolineato il direttore degli Uffizi Eike Schmidt.

Schmidt: «Un progetto unico» Il Giardino di Boboli, con i suoi 33 ettari, rappresenta un tessuto unico al mondo tra sculture, architetture, paesaggi e piante, che risale nelle parti salienti al Cinquecento, con un ecosistema unico composto anche da piante arrivate in Toscana secoli fa da tutti gli angoli del globo. «Il restauro è un progetto unico che ci permetterà di recuperare questo splendido giardino che ha un grande bisogno di restauro – ha detto Schmidt -. Negli ultimi 30-40 anni è stato negletto sempre di più, sono stati tagliati i fondi e il personale, mentre non sono stati tagliati abbastanza gli alberi. Ora giriamo completamente pagina».

Bizzarri: «Marchio globale con solide origini fiorentine» I motivi di questo investimento sono stati illustrati dal presidente e Ceo di Gucci, Bizzarri: «Gucci è un marchio globale con solide origini fiorentine. Alla base del successo di questi ultimi anni, trainato dal talento del nostro direttore creativo Alessandro Michele, ci sono le competenze, l’entusiasmo, lo spirito d’innovazione e le capacità degli artigiani e di tutti coloro che lavorano per questo marchio a Firenze e in questo territorio». «Gucci – ha osservato il sindaco di Firenze Dario Nardella – è parte della storia della nostra città, è un’azienda che va controcorrente, rompe gli stereotipi e l’omologazione, proprio come Firenze che ha sempre rotto gli schemi, imponendone nuovi. Questo è alla base della nostra alleanza per un progetto a 360 gradi che unisce cultura, valorizzazione del patrimonio e moda».

 

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