Nella giornata che ha consacrato ad Oslo l’Unione Europea come destinataria del Premio Nobel per la pace, trova posto l’Italia e anche un pezzetto di Siena. Se, infatti, il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy ha evocato nel suo discorso il trattato fondatore dell'Europa usando le parole in italiano «città eterna» per definire Roma, l’Allegoria del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti che si trova nel Palazzo Pubblico di Siena, cui si ispira l'affresco che decora le pareti della sala del municipio di Oslo, è stata presa come ispirazione dal presidente del Comitato del Nobel Thornbjoern Jagland: «Che il buon governo vinca in Europa!» – ha detto, spiegando poi il senso della sua citazione.

La scelta del vivere in ordine «L'affresco mostra una città medioevale, con le porte delle mura aperte ad invitare l'ardente popolazione a portare il raccolto da campi fruttuosi- ha detto Jagland– ma Lorenzetti ha dipinto anche un altro quadro, Allegoria degli effetti del Cattivo Governo. Mostra Siena nel caos, chiusa e devastata dalla peste, distrutta dalla lotta per il potere e la guerra». Una Unione Europea alle prese con una delle peggiori crisi della sua storia ha, infatti, ricevuto il premio per il ruolo avuto nella trasformazione «di un continente in guerra in un continente in pace».«I due quadri – ha concluso Jagland – devono ricordarci che sta a noi se vivere o meno in maniera ben ordinata».

Una notizia che se è vero ha compiuto il giro del mondo, a Siena ha fatto fatica a rimbalzare. Agenziaimpress.it ha chiesto a giornalisti, scrittori e ai tre candidati a Sindaco per le prossime amministrative del Comune (Franco Ceccuzzi, Laura Vigni, Enrico Tucci) un loro commento.

«Molto più di un'allegoria, un programma politico» di Luigi Oliveto giornalista e scrittore
«Richiamare l'Allegoria del Buongoverno in occasione del Nobel per la pace è una citazione ineccepibile. Non si dimenticherà, infatti, che a sorvegliare su quella «città perfetta» è giustappunto la Pace, nelle sembianze di una donna «vera», per niente idealizzata. Ella siede serena ma non distratta, meditabonda ma vigile. Tutto intorno brulica una quotidianità di cose e di persone, di fatica e di spensieratezza. Una operosità che lei apprezza sostenendosi garbatamente la nuca (e i pensieri) con una mano, mentre l'altra, con gesto ancora gentile ma determinato, erge un ramoscello d'olivo. La Pace ha grembo largo e materno. Un corpo saldo i cui piedi poggiano su residui armamentari di guerra, quindi inibiti all'uso, pena il rischio di vedere tanta pacata femminilità trasformarsi in una madre-coraggio fiera e ringhiosa. Ha uno sguardo per niente pago, anzi spalancato su una sorta di attesa. Occhi allertati sull'orizzonte, che la dicono presente nell'oggi, però anche oltre: a prefigurare un futuro, nuovi scenari. Indossa, peraltro, un abito che non la connota più di tanto nel suo tempo, che ne lascia intuire forme e nudità. Quasi a significare che 'per stare in pace' occorra rendere il proprio essere, la propria identità, comunque in sintonia con chi (in corpo e mente) possa «vestire» diversamente da noi. Insomma molto più di una allegoria: un modello culturale, un programma politico».

«I senesi conoscevano diritti e doveri» di Laura Vigni candidato Sindaco Sinistra per Siena
«Penso che quelli delle Allegorie del Buon Governo e del Cattivo Governo siano grandi insegnamenti. Purtroppo, spesso, vengono manipolati e strumentalizzati, ne ho perfino vista una rappresentazione nella sede del PDL a Roma alle spalle di Alfano e Berlusconi. Ciò che più conta però per Siena è il rapporto con il Costituto. I senesi allora sapevano quali erano i loro diritti e i lori doveri. Per me ancora oggi rappresenta un incitamento a seguire quegli insegnamenti».

«Riflettere sul cattivo governo di questi ultimi anni» di Enrico Tucci candidato sindaco Lista Siena c’è «L'intervento di Jagland da un lato ci inorgoglisce perché ancora una volta conferma che Siena è percepita come un patrimonio dell'Umanità, dall'altro ci costringe a riflettere sulle devastazioni prodotte dal cattivo governo di questi ultimi anni. La nuova peste si è identificata e si identifica col clientelismo e la autoreferenzialità di una classe dirigente incapace di rinnovarsi, concentrata unicamente nella difesa dei propri privilegi. Siena può rinascere. Occorre che i cittadini riprendano in mano direttamente la res publica, senza la interessata e nefasta mediazione dei partiti il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti, per tornare artefici del proprio destino».

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