«Al 28 febbraio 2017 erano presenti in Toscana 11.922 profughi, distribuiti nei territori provinciali. Nelle prime 48 ore dal loro arrivo, viene sempre effettuata una visita generale per rilevare anche segni eventuali di malattie infettive e parassitarie, con conseguenti approfondimenti analitici e visite specialistiche, attraverso le strutture del servizio sanitario regionale». Lo ha detto l’assessore toscano al diritto alla salute Stefania Saccardi, rispondendo oggi in Consiglio regionale a un’interrogazione della Lega nord, sulla situazione sanitaria dei profughi presenti nella Regione. Saccardi ha ricordato l’iter della sorveglianza sanitaria, che parte dalle strutture del Ministero dell’Interno, per continuare, una volta che i profughi vengono portati in Toscana, con gli accertamenti concordati con le Prefetture.

Tra le patologie più frequenti l’assessore ha ricordato la scabbia (133 focolai nel 2015 e 177 nel 2016), la tubercolosi (complessivamente 25 casi) e alcuni focolai di varicella. Gli interventi di profilassi, diagnosi e cura delle malattie infettive nei migranti non sono diversi da quelli della popolazione generale. Inoltre, ha concluso Saccardi, «vista la mancanza di una rilevazione nazionale, la Regione sta attualmente predisponendo, in collaborazione con Ars, un modello unico, da utilizzare in tutte le Asl, per registrare in modo informatizzato lo stato sanitario dei richiedenti asilo».

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