«Con il dimezzamento delle Province previsto nel decreto sulla Spending Review dal governo Monti, assisteremo ad un “terremoto” della geografia degli Ordini e albi professionali, in particolare, ovviamente, per quelli organizzati su base provinciale, che sono la gran parte. Senza che nel decreto legge ci sia traccia di quello che potrà essere il futuro degli Ordini» Lo sottolinea con preoccupazione Andrea Sisti, presidente del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali (Conaf), che rappresenta a livello nazionale i 92 Ordini provinciali distribuiti in modo capillare in tutta Italia. «Chiediamo, quindi, al Ministero di Giustizia ed al Parlamento che nell’esame del testo vengano presi adeguati provvedimenti emendativi per chiarire la situazione» aggiunge Sisti.
 
Categorie a rischio senza Province «Il sistema ordinistico – sottolinea Sisti – basa le proprie circoscrizioni territoriali su base provinciale; l’eliminazione, l’accorpamento o la trasformazione in città metropolitane delle Province avrà un effetto rilevante sulla nostra organizzazione, ma nel testo del decreto legge non c’è nessuna disposizione in tal senso e pertanto si pone il sistema ordinistico in forte imbarazzo. Tale situazione comporterà accorpamenti conseguenti di ordini, unificazione degli albi, fasi transitorie; ma chi oggi ci da la facoltà di auto organizzarsi? Senza basi provinciali, gli Ordini come quello dei dottori agronomi e dottori forestali prederanno la presenza sul territorio che è di fondamentale importanza».

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