GEPA-0308062311 - PARIS,FRANKREICH,03.AUG.06 - SPORT DIVERS - Features zum Thema Doping. Bild zeigt eine Spritze und Medikamente. Foto: GEPA pictures/ Panoramic/ Autissier-Robinot - Achtung - Nutzungsrechte nur fuer oesterreichische Kunden ATTENTION - COPYRIGHT ONLY FOR AUSTRIAN CLIENTS

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Positivo al doping il 7,5% degli atleti controllati. È quanto emerge dai risultati delle ultime analisi effettuate dal laboratorio di tossicologia clinica e antidoping dell’azienda Usl Toscana centro. «Trattandosi di campioni di volontari – spiega Roberto Baronti, responsabile del laboratorio – il risultato è comunque sorprendente e molto più alto dei risultati della commissione vigilanza sul doping che riporta una positività totale del 3,4%». Secondo quanto affermato in un comunicato diffuso dalla Usl centro,«gli ultimi dati rilevano che per quanto riguarda la ricerca di sostanze dopanti nella matrice urinaria, su 2.787 campioni analizzati sono stati trovati 210 positivi (7,5%)».

I cannabinoidi i più usati La maggior parte dei positivi, il 70%, «è costituita da cannabinoidi (148 campioni)». Gli stimolanti «rappresentano il 17% dei positivi (35 campioni) e gli anabolizzanti il 13% (27 campioni)». Il laboratorio antidoping fiorentino ha ottenuto una nuova certificazione di validità triennale a seguito delle visita ispettiva dell’Istituto superiore di sanità. Il laboratorio, che ha valenza regionale, è stato il primo ad essere aperto in Italia e il primo ad essere accreditato nel 2007, con l’obiettivo di tutelare la salute degli atleti. I risultati delle indagini costituiscono un mezzo per conoscere se coloro che fanno sport utilizzano anabolizzanti, stimolanti, diuretici, cortisonici, cannabinoidi ed altre sostanze vietate. Il centro antidoping ha ricevuto negli anni finanziamenti dal ministero della Salute, viene spiegato dalla Usl, «per la realizzazione di importanti progetti di screening sugli atleti che lo hanno visto capofila anche a livello interregionale, come nel caso dell’ultimo progetto che ha coinvolto Piemonte, Emilia Romagna e Veneto ed ha consentito la compilazione di 550 cartelle cliniche».

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