SIENA – Due euro. La differenza tra chi risiede o meno nel comune di Siena per quanto riguarda il costo della mensa scolastica.

La rimodulazione è stata decisa qualche mese fa, dall’amministrazione comunale, ma negli ultimi giorni diversi sindaci della provincia, soprattutto dei centri confinanti con il capoluogo, sta provocando diversi malumori. Un comitato di genitori ha scritto anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

L’ultimo scontro, che chiama direttamente in causa l’assessore Paolo Benini, è avvenuto con il primo cittadino di Asciano, Fabrizio Nucci. “il Comune di Asciano tutt’ora riconosce ai bambini residenti a Taverne, che frequentano la scuola di Arbia, le stesse condizioni rispetto al servizio mensa senza alcun sovrapprezzo. Inoltre, eventuali insoluti delle famiglie dei bambini che utilizzano il servizio e che rappresentano il 46% dei frequentanti, sono tutti a carico dell’Amministrazione comunale di Asciano”, ha affermato il primo cittadino.

La replica dell’assessore non si è fatta attendere: “Il Comune di Siena si assume le proprie responsabilità di fronte ai cittadini, conferendo risorse nelle casse dei Comuni limitrofi per permettere ai bambini di accedere alle scuole fuori dal proprio territorio di residenza. Questo avviene anche con il Comune di Asciano, al quale vengono versati 19mila euro. Il resto sono solo chiacchiere”.

Palazzo Pubblico ha deciso di chiedere un extragettito a chi viene da fuori per un pasto che nel complesso costa 11 euro. Chi è residente a Siena ne paga 6. I comitati stimano che i rincari per ogni bambino sono stimati sui 400 euro all’anno.

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