SIENA – Dopo lo stop imposto dall’emergenza sanitaria, a Siena, si torna in piazza con il Mercato nel Campo. Nella Conchiglia fino a questa sera alle 20 sarà possibile passeggiare, curiosare e fare acquisti tra i 145 banchi di prodotti agroalimentari e artigianali. E sarà come fare un tuffo nel Trecento, dove tutto nacque, immergendosi, di colpo, nel passato.

“Una scommessa vinta – ha detto l’assessore al turismo e commercio Alberto Tirelli – Un evento unico nel suo genere che, stagione dopo stagione, è diventato un appuntamento atteso, facendo registrare grandi numeri di visitatori e che, per quest’anno, risponde più che mai all’esigenza di ripartenza e di ritorno alla normalità”.

Tra i banchi agroalimentari ce n’è davvero per tutti i gusti e i palati: dolci, dolciumi e cioccolata, olio, vino e liquori; ma anche frutta e verdura, tartufi, pane, pasta e farine. Senza dimenticare i salumi, i formaggi, le spezie e le marmellate con il miele. Molte curiosità anche tra i banchi di artigianato: dagli addobbi natalizi ai cappelli, sciarpe e stole; dalle ceramiche di artigianato artistico ai cosmetici naturali, mobili, tessuti e tappezzeria fino all’editoria.

Come nel Trecento. All’inizio si svolgeva nella piazza un mercato quotidiano di generi alimentari e manufatti di uso comune per l’ambito domestico e per il lavoro si teneva nella parte di selciato che attualmente va dal vicolo di San paolo verso via del Porrione.

Il mercato più importante detto mercato ‘grande’ era però quello che si svolgeva il sabato. Questo integrava il mercato quotidiano e si apriva alla partecipazione di tanti produttori diretti provenienti dal contado, di piccoli allevatori e mercanti di bestiame, di tanti rivenditori di generi alimentari, di mercanti e artigiani di manufatti del cuoio, del tessile, del vetro, del ferro, della terracotta, oltre a numerosi rivenditori di merce usata.

A Siena torna il Mercato nel campo, 145 all’ombra di Palazzo

Ad inizio Trecento il crescente numero di venditori aveva reso il mercato talmente affollato da rendere necessaria una migliore distribuzione dei settori di vendita. Così, l’Ufficio dell’Abbondanza, preposto all’approvvigionamento della città, definì una nuova organizzazione degli spazi stabilendo che le diverse arti che vendevano nel Campo fossero ordinate in spazi separati e distinti; i banchi dovevano essere disposti in linee rette separate con un corridoio interno idoneo al passaggio di almeno 8 braccia (circa 4 metri). I venditori di generi alimentari fossero disposti nello spazio di piazza verso San Martino, il pesce nell’area dove scorre l’acqua (vicino a Fonte Gaia), il punto per la pesatura di farina e cereali nello spazio davanti al Palazzo Pubblico.

Tante erano le professioni esercitate nel Mercato del Campo: dalla Treccola, la rivenditrice di vari generi alimentari, ai carnaioli i banchi delle carni; dai pescivendoli ai pizzicaioli, passando dai vinaioli ai granaioli fino ai coppai (venditori di orci in terracotta) e ai lanaioli.

Oggi, quelle atmosfere, quei colori e quei profumi, tornano ancora una volta a rivivere nella magia di Piazza del Campo.

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