A distanza di sei anni dalla storica firma che sancì il trasferimento gratuito del Complesso dell’ex Convento ed ex Carcere di San Domenico a Comune di San Gimignano, Regione Toscana e Provincia di Siena, poi uscita dal progetto, si è chiusa la fase di studio, di diagnostica, di progettazione, di costruzione d’intese con Ministero, Regione, Demanio, Soprintendenza, raggiunte non senza fatica, per l’individuazione dello strumento giuridico migliore per raggiungere l’obiettivo di restaurare e mettere in sicurezza il Complesso e per dargli nuova vita al servizio della cultura e dell’identità sangimignanese e toscana, ma anche per creare economia ed occupazione.

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“L’ora d’aria” dell’ex carcere di San Domenico

La gara Al via una procedura di gara pubblica europea di concessione, già pubblicata dalla Guce il 4 Gennaio u.s., con la quale verrà selezionato il miglior partner privato sulla base sia della proposta progettuale e gestionale presentata, sia della solidità del piano finanziario d’investimento in base a quanto previsto dall’Art. 183 del Codice degli Appalti (Projet Financing). Il termine per la presentazione delle offerte è fissato per il 31 Maggio 2018.

Da esclusione a inclusione «Un sogno dei sangimignanesi lungo quasi 30 anni comincia a vedere la realizzazione, chiediamo al mercato e al mondo dell’imprenditoria privata di confrontarsi con questo sogno e con questa sfida: far sì che un luogo di esclusione per secoli diventi alta espressione di inclusione» ha sottolineato il sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi in occasione della presentazione della gara pubblica. «Una grande sfida legata ai temi della cultura per restituire alla comunità spazi chiusi per secoli» ha aggiunto la vicepresidente della Regione Toscana nonché assessore alla cultura Monica Barni che ha poi evidenziato il lavoro che ha portato alla costruzione del progetto e del bando di gara europea: «Un percorso lungo e impegnativo che si è sviluppato all’insegna del dialogo tra Regione, Comune e  tutte le istituzioni coinvolte; alla fine, quello che presentiamo è il primo caso di federalismo demaniale realizzato».

Il futuro nel segno di cultura, turismo e valorizzazione dei prodotti tipici Sulla base di quanto concordato con il Mibact, il Demanio, la Regione e la Soprintendenza, nel Progetto Preliminare, che costituisce la base della gara europea, è pianificato che il Complesso del San Domenico avrà spazi pubblici, (vicoli, piazzette, aree a verde, ecc.) di libera fruizione per cittadini e turisti, in ossequio al principio dell’“allargamento della Città” che il Comune ha sempre perseguito. Poi, nei quasi 6.000 mq di superficie utile coperta, è previsto che una porzione massima di un terzo dei fabbricati potrà ospitare una struttura ricettiva mentre negli altri due terzi di spazi sono previste sia attività culturali, quali musei e sale espositive, ambienti per conferenze e congressi, percorsi di valorizzazione del patrimonio archeologico e paesaggistico ed uno spazio-eventi per attività di spettacoli, sia attività riferite all’identità del nostro territorio con esperienze riferite al cibo, ai prodotti agroalimentari ed all’enogastronomia toscana, alla cura del corpo ed alle antiche tecniche di coltivazione delle colture per l’alimentazione.

Investimenti e tempistiche Il restauro e l’allestimento del Complesso, secondo le attività previste dall’accordo tra Enti e sulla base delle soluzioni progettuali elaborate dal Comune, è stimato in 22,3 milioni di euro con una tempistica di realizzazione di 4 anni. Secondo il Piano Economico Previsionale che affianca il Progetto Preliminare, il capitale investito, attraverso la gestione delle attività a rilevanza economica, potrà godere di un significativo tasso di remunerazione, con un ampio consolidamento del business grazie alla lunga durata della concessione, prevista in 70 anni ed all’inesistenza di un canone concessorio.

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