Dopo una serie di rinvii “tecnici” (l’assemblea dei sindaci era stata convocata lo scorso 18 luglio ma poi era mancato l’accordo politico) finalmente l’Acquedotto del Fiora ha un nuovo consiglio di amministrazione. Oggi la presentazione alla stampa del presidente, Tiberio Tiberi, e dei consiglieri chiamati per un triennio ad affiancarlo: Biancamaria Rossi, vicepresidente, Gusmano Pallini, Roberto Renai e Leonardo Brogi, per la parte pubblicca, mentre il socio privato ha confermato Paolo Pizzari, nel ruolo di amministratore delegato, Alberto Irace, Gabriella Paolella e nominato Leonardo Pagni (leggi i curricula).

«Voglio ringraziare i sindaci dell’assemblea dei soci dell’Acquedotto del Fiora, che mi hanno nominato presidente – ha detto Tiberi –. Inizio questa nuova avventura con lo spirito di chi, nel 2011, ha promosso, sostenuto e votato i referendum contro la privatizzazione dell’acqua, in sintonia con larga parte dei cittadini italiani e anche con l’Europa che, in questi giorni, intende escludere l'acqua dalla direttiva sulle concessioni».

Poi Tiberi ha tratteggiato lo scenario del prossimo triennio di attività, ricordando il contesto normativo in forte evoluzione, il trasferimento delle funzioni ad un’unica “Autorità Idrica” a livello regionale e la ridefinizione della tariffa a seguito dell’esito referendario.

«Si auspica che la nuova tariffa, che si fa carico degli oneri finanziari e fiscali dei soggetti gestori, possa ricreare le condizioni per garantire la realizzazione dell’ingente mole di investimenti necessari a mantenere, adeguare e potenziare il deficitario parco infrastrutturale italiano e in particolare quello del nostro territorio», conclude il neo presidente.

Oltre le dichiarazioni ufficiali, queste nomine lasciano sul tappeto molte ferite, soprattutto dentro il Pd grossetano dove si è combattuta una aspra guerra tra correnti. Alla fine l'ha spuntata l'ala che fa riferimento all'ex parlamentare Claudio Franci, oggi sindaco di Casteldelpiano. Dopo le voci, poi smentite di una presidenza senese all'ex sindaco ed ex parlamentare Franco Ceccuzzi, infatti, erano iniziate le schermaglie sul nome grossetano chiamato a succedere a Ceroni. Alla fine l'ha spuntata Tiberio Tiberi, anch'egli di Casteldelpiano, sul nome che circolava fino a metà luglio di Antonio Capone, attuale direttore di Confindustria a Grosseto. Un accordo della montagna senese e grossetana, ha poi assegnato un posto anche al pianese Roberto Renai, in quota Sel e consigliere provinciale a Siena, creando qualche mal di pancia nel partito di Nichi Vendola.

A rimetterci alla fine è stata la spending review, accantonata per ragioni di schacchiere politico. Infatti, i posti nel consiglio di amministrazione dovevano scendere da 9 a 7 (4 pubblico e 3 privati) ma per ragioni di equlibri le poltrone sono rimaste le stesse. A diminuire, pare, solo le indennità di carica dei consiglieri del 5%.

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