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SIENA – Per un Paese vicino all’immunità di gregge da Covid19, che volesse anche solo minimizzare il numero atteso di contagiati, sarebbe più vantaggioso devolvere i vaccini all’estero piuttosto che utilizzarli nel territorio nazionale.

E’ questo il risultato di una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports, che dimostra che per effetto delle mobilità delle persone una pandemia all’estero porterebbe inevitabilmente anche a molti contagi in patria. Lo studio, che ha prodotto un modello matematico basato su dati internazionali puramente economici, è stato coordinato dal professor Paolo Pin del dipartimento di politica economica e statistica dell’Università di Siena e ha visto la partecipazione anche di medici ed epidemiologi.

Argomento non solo umanitario

«Negli ultimi mesi – spiega Pin – si è aperto il dibattito sulla possibilità che i paesi più ricchi devolvano gratuitamente i vaccini che producono ai paesi in via di sviluppo. In realtà non si tratta solo di un argomento umanitario, ma sarebbe addirittura nel diretto interesse dei paesi ricchi farlo. Solo per fare un esempio, se l’Italia supera l’immunità di gregge, traguardo a cui è molto vicina, e ha un milione di dosi di vaccino disponibili, per limitare il numero atteso di contagi all’interno del paese può convenire devolvere gratuitamente questi vaccini ai paesi da cui provengono in Italia molte persone (turisti, lavoratori temporanei o immigrati), se questi paesi fossero indietro con le vaccinazioni, come nel caso dell’Albania». Pin lavora da alcuni anni a un progetto di ricerca sulle attitudini delle persone rispetto ai vaccini, finanziato da Miur e Regione Toscana e, con questo obiettivo di studio, collabora in un gruppo di ricerca con medici e altri scienziati sociali dell’Università di Yale e altre università italiane e straniere. Grazie alla sua esperienza di ricerca sull’analisi dei network sociali, il gruppo ha realizzato quest’ultimo lavoro sulla distribuzione internazionale dei vaccini per il Covid19.

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