La vendita diretta dei prodotti agricoli c’è sempre stata. Ma non è detto che i mercatali e le filiere corte siano le uniche risposte alla crisi dei consumi e al risparmio delle famiglie. Spesso occorrerebbe chiedersi se oltre che corte le filiere sono anche sostenibili, soprattutto in termini di convenienza dei consumatori, ma anche delle aziende che vi ricorrono.
 
Non sarà la panacea di tutti i mali ma sicuramente, in un quadro molto frastagliato in cui i consumatori stessi fanno fatica a muoversi e a riconoscere la qualità, l’iniziativa della Cia, Confederazione Italiana Agricoltori della Toscana, “La spesa si fa in campagna” sembra essere sicuramente una risposta adeguata. E’ partita proprio dal senese, terra di eccellenze enogastromiche – Comuni di Sinalunga, Torrita di Siena e Trequanda – l’iniziativa che porta i consumatori alla scoperta delle produzioni agroalimentari direttamente nei luoghi di origine. Con quest’azione, che ben presto sarà estesa a tutto il territorio regionale e nazionale, la Cia farà conoscere la rete di punti vendita diretta – hanno già aderito oltre venti aziende – presenti nel territorio dell’alta Valdichiana senese.
 
Fra le produzioni interessate ci sono i formaggi pecorini, salumi e carni suine, carni bovine, cinta senese e chianina, confetture e salse, uova, ortaggi, animali di bassa corte, miele, olio Dop Terre di Siena, olio Igp Toscano, vino Docg, Doc e Igt. Il materiale informativo sulle aziende agricole aderenti a La spesa in campagna sarà in distribuzione in tutti gli uffici turistici nei Comuni, nei locali pubblici.  
 
«La vendita in azienda agricola – sottolinea il presidente della Cia Siena Luca Marcucci – è un chiaro esempio di una filiera cortissima, direttamente dal produttore al consumatore, che porta vantaggi reciproci per ambedue le parti. Un’iniziativa estremamente valida per integrare in modo adeguato il reddito delle piccole e medie aziende, specialmente quelle che si trovano in zone montane, collinari e periurbane. Nello stesso tempo per i cittadini rappresenta un’occasione ideale per acquistare un prodotto di qualità a costi contenuti».
 
Un modo di fare spesa che, quindi, costituisce un elemento importante per contrastare la corsa dei prezzi e combattere i rincari abnormi e ingiustificati provocati dai molteplici passaggi di una filiera farraginosa e dalle spinte speculative. Un caro-prezzi che negli ultimi anni ha appesantito la spesa alimentare degli italiani e provocato un conseguente calo dei consumi. Dunque, aumenti pesanti e non certo per colpa dei produttori agricoli, che al contrario in questi ultimi anni hanno visto ridurre i listini praticati all’origine (meno 16 per cento nei primi otto mesi di quest’anno rispetto all’analogo periodo del 2008). Basti pensare che dal campo alla tavola si registrano incrementi anche di venti volte che penalizzano sia i consumatori che gli stessi agricoltori.

La vendita in campagna apre quindi nuove prospettive: mettere in contatto diretto i produttori e i consumatori accorciando la filiera alimentare e recuperando la conoscenza della provenienza dei cibi: questa è la logica alla base dell’iniziativa della Cia Siena, denominata “la spesa in campagna”. Un percorso da continuare a percorrere e sviluppare e il progetto in oggetto si pone proprio in questa ottica con la finalità di sviluppare e rafforzare i circuiti brevi di commercializzazione dei prodotti agricoli.
 
 

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