Due mostre, a Firenze e a Bolzano, pensate come un progetto unico e complementare per presentare in Italia le opere dell'artista olandese Rob Johannesma (classe 1970), realizzate nel periodo 1997-2011. Si tratta della prima personale in Italia  dell’artista olandese. Nel progetto concepito per la cripta del Museo Marino Marini di Firenze saranno presentati alcuni lavori video (1998-2011) e un monumentale collage fotografico. La mostra sarà visitabile fino al 12 aprile.

La realtà come ispirazione L’utilizzo delle immagini tratte dai quotidiani usate come fonte di comunicazione e messe in dialogo con quelle della grande tradizione pittorica del rinascimento fiammingo, olandese e tedesco, è al centro del concetto che ha generato il grande telero a stampa, elemento centrale della mostra fiorentina.

L’artista Johannesma è concentrato da alcuni anni in un’esplorazione delle possibilità simboliche e narrative della riproduzione fotografica, mediante la messa punto di una sofisticata metodologia comparativa di lettura delle immagini, volta a istruire un rapporto di risonanza tra icone del patrimonio storico-artistico occidentale e materiali dell’universo mediatico globalizzato. Oggetto della sua ricerca sono i codici formali e narrativi che hanno caratterizzato l’immaginazione visiva occidentale dall’età rinascimentale fino ad oggi, al fine di interrogare la natura delle immagini fotografiche contemporanee e la loro ipotesi di veridicità come evidenza storica. Le immagini fotografiche privilegiate dalla ricerca di Johannesma sono quelle che accompagnano la cronaca del giornalismo internazionale e costituiscono una risorsa di informazione in presa diretta sulle vicende globali. L’artista focalizza e conserva tali immagini per la loro natura di materiali visivi di consumo iperaccelerato, destinate a invecchiare e scadere nell’arco di poche ore dalla loro pubblicazione. Si tratta prevalentemente di scatti di guerra, immagini di violenza e scene segnate da un forte contenuto geopolitico. Johannesma riunisce comparativamente nelle sue installazioni la riproducibilità meccanica delle immagini con la costruzione ideale della storia attraverso i paradigmi visivi della grande tradizione pittorica europea, da lui individuati nella matrice della cultura rinascimentale olandese e fiamminga.

L'esposizione In mostra compare un nuovo monumentale lavoro fotografico, World-Wielding (2012), prodotto dalle due istituzioni, che riflette sul rapporto tra fotografia contemporanea e storia dell’arte a partire dalla riproduzione giornalistica di uno scatto pubblicato da un quotidiano olandese nel maggio del 2011. L’immagine raffigura i resti di un corpo umano a Srebrenica, città divenuta nota come il teatro del genocidio dei mussulmani bosniaci compiuto ad opera dell’esercito serbo nel 1995, durante la Guerra Bosniaca. L’artista ha sottoposto l’immagine a un processo di scomposizione e ricomposizione rifotografandola innumerevoli volte, sino a trasformarla in un esercizio di analisi testuale dei suoi possibili significati in rapporto alla storia della cronaca, alla storia dell’arte e al potenziale concettuale della fotografia nel mondo contemporaneo. Un grande tavolo ospita Untitled (2012), un collage di fotografie tratte da giornali quotidiani. Costruita con una logica di ricerca intuitiva, mediante accostamenti, letture parallele e dissonanze, l’opera è uno scenario aperto di investigazione sul patrimonio iconografico della cultura occidentale. Paesaggi storici, riproduzioni di opere d’arte e scatti di cronaca internazionale si alternano e susseguono, dando vita a una molteplicità di riferimenti e suggestioni, capaci di rivelare la complessa ambiguità della fotografia come strumento di riproduzione del reale. Completano la mostra tre opere video, Untitled (1998), Cinque Terre (2004) che illustrano parte della riflessione dell’artista sull’idea di paesaggio, trasfigurato in chiave astratta e simbolica mediante il rapporto tra forme, colori e orizzonti, mentre Untitled (2010) allude al gioco ambiguo di occultamento e disvelamento insito in ogni immagine.
 
Info utili La mostra è visitabile dalle 10 alle 17, chiuso la domenica e il martedì. Museo Marino Marini tel 055.219432 – www.museomarinomarini.it

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