E’ Pier Ferdinando Casini il presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul settore bancario. Il senatore è stato eletto con la maggioranza assoluta di 21 voti sui 40 Parlamentari votanti, 20 senatori e 20 deputati. I vice presidenti della Commissione sono Mauro Maria Marino, senatore del Pd, e Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Gli altri nomi candidati alla presidenza erano Enrico Zanetti di Scelta Civica, che ha preso 9 voti, Carlo Martelli del M5s con 5 voti e Bruno Tabacci di Democrazia solidale/ centro democratico (3 voti). Alla votazione del presidente ci sono state inoltre due schede bianche e nessuna scheda nulla

Risposte necessarie La neoeletta Commissione d’inchiesta sulle banche non dovrà diventare «il palcoscenico della campagna elettorale» italiana. E’ quanto ha dichiarato il neopresidente Casini, ringraziando deputati e senatori che lo hanno eletto e ricordando che «è necessario dare una prima risposta di verità ai risparmiatori italiani coinvolti verificando l’eventuale esistenza di manipolazioni o truffe e occorrerà farlo in un periodo di tempo limitato». Casini ha sottolineato che «se qualcuno ritiene che questa sede debba diventare l’ideale palcoscenico per una lunga campagna elettorale in corso in Italia non pensi di trovare nel presidente alcuna complicità».

Grillini all’attacco «Gli scheletri rimarranno tutti nell’armadio. I partiti non vogliono che si scopra alcunché. La designazione di Pier Ferdinando Casini a presidente della commissione di inchiesta sulle banche è l’atto di killeraggio definitivo ai danni dell’organismo. La bicamerale nasce morta. Possiamo celebrarne il funerale». Lo dicono i parlamentari M5S. «Rimane il cortocircuito perverso tra la politica e gli interessi delle banche – insistono – Abbiamo già ricordato che Casini è il perfetto uomo di sistema, amico di Geronzi e di molti banchieri. Ma soprattutto egli è dal marzo scorso socio della fondazione Carisbo, azionista di Intesa Sanpaolo, la banca cui il governo ha regalato 5 miliardi sull’unghia per convincerla a prendersi la parte buona degli istituti veneti. Ma il conflitto di interessi non finisce qui. Andando a ritroso, Francesco Gaetano Caltagirone, oltre ad essere il maggiore finanziatore dell’Udc, è stato fino al 26 gennaio 2012 vicepresidente e azionista di Mps. Nel 2009 il Monte dei Paschi, attraverso Antonveneta, successivamente incorporata in Mps Immobiliare, ha venduto alcuni immobili proprio alla Immo 2006 srl, società controllata indirettamente dallo stesso Caltagirone. Costo dell’operazione: 37,58 milioni di euro».

Pietra tombale «La presidenza Casini è la pietra tombale su qualsiasi velleità della commissione di portare alla luce anche un barlume di verità – prosegue il M5S -. L’ipocrisia del Pd e degli altri partiti raggiunge l’apice se si pensa che lo stesso neo-presidente votò contro l’istituzione dell’organismo e lo bollò quale ‘impasto di demagogia e pressapochismo’. Hanno lasciato fuori dall’ufficio di presidenza l’unica forza politica che non ha mai avuto a che fare con scandali bancari e che ha difeso limpidamente i risparmiatori. Quando saremo al governo – concludono – porteremo seriamente alla luce nomi e responsabilità di chi ha messo sul lastrico centinaia di migliaia di cittadini e ha ucciso la loro fiducia nel sistema del credito».

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