Don Massimo Biancalani, il prete pistoiese che dopo aver portato gli immigrati ospitati nella sua comunità in piscina ha pubblicato su facebook le foto dell’evento con su scritto «E oggi piscina! Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici», segnalerà i commenti postati sul suo profilo alla polizia postale perché accerti l’eventuale reato di diffamazione. «Ci siamo accorti che ci sono nomi fittizi, in account creati apposta per insultare», ha spiegato oggi il prete al centro di una polemica per la sua iniziativa. Don Biancalani però non è preoccupato. «Continuerò le mie iniziative con i giovani migranti – spiega -, nei prossimi giorni andremo in piscina, dove ci hanno fatto un prezzo davvero buono, e poi al mare. E continuerò a raccontare la nostra esperienza. D’altra parte, c’è troppo silenzio sui problemi che riguardano l’immigrazione, c’è ipocrisia o strumentalizzazione politica». Don Biancalani gestisce due comunità afferenti ad altrettante parrocchie: d’accordo con la prefettura in ciascuna sono ospitati 15 migranti, più alcuni senzatetto.

L’attacco di Salvini Lo stesso parroco nella giornata di oggi aveva denunciato su facebook come alle biciclette che erano soliti utilizzare gli ospiti della parrocchia erano stati tagliati i pneumatici. Tante le offese e le minacce ricevute dal parroco sul suo profilo facebook. Tra i centinaia di commenti, favorevoli e contrari, quello che ha destato maggiore scalpore è stato quello di Matteo Salvini. «Questo Massimo Biancalani – ha scritto sul suo profilo – prete anti-leghista, anti-fascista e direi anti-italiano, fa il parroco a Pistoia. Non è un fake, è tutto vero! Buon bagnetto”. Nella giornata di ieri il numero di commenti critici, alcuni dei quali con insulti all’indirizzo del sacerdote, si è impennato ed il post con le foto dei migranti è stato bloccato.

Contro Salvini Ma non sono mancati i commenti di solidarietà anche a mezzo stampa. «Esprimiamo la più profonda solidarietà e amicizia a Don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro a Pistoia, che per la sua opera di accoglienza verso i migranti è oggetto di scherno e vere e proprie aggressioni su Facebook e non solo. L’hate speach esce dal web e diventa la lama che taglia le ruote delle biciclette dei ragazzi accolti, di diverse origini e nazionalità. Salvini, come aveva fatto con le ‘rom frugatrici’ di Follonica chiuse in un cassonetto da due dipendenti di un supermercato dileggiate e riprese mentre gridavano disperate, getta acido muriatico sulla convivenza civile delle persone». Lo hanno dichiarato il deputato segretario di Possibile, Pippo Civati, e il deputato di Sinistra italiana-Possibile, Andrea Maestri. «Diverse Procure – aggiungono i due parlamentari – hanno già ricevuto esposti e denunce: è tempo che questo soggetto, che si è spinto ben oltre il limite della libertà di pensiero ed opinione aizzando i suoi followers come veri e propri teppisti del web, sia processato per istigazione a delinquere e violazione della legge Mancino. Ed è anche auspicabile che Salvini venga isolato dal resto del mondo politico perché il suo comportamento ha connotati neofascisti, razzisti, discriminatori che contrastano con la Costituzione e con le leggi». «Don Massimo Biancalani, prete pistoiese, ha subito un vergognoso attacco da parte di Salvini e della sua Lega. Altri attacchi e commenti intolleranti e inaccettabili si sono susseguiti negli ultimi giorni. Atti di vandalismo sono stati compiuti contro i migranti che don Massimo ospita, facendogli svolgere attività sociale. Viene contestato perché essendo un prete cerca di attuare il messaggio del Vangelo: predica e pratica l’accoglienza dei migranti, li aiuta a provare a sorridere alla vita. Come tanti preti del resto. E come un prete di tanti anni fa, don Lorenzo Milani, dice che la sua patria sono i più umili e che rifiuta razzismo e fascismo. Non stupisce l’attacco dei lepenisti alla Salvini né il silenzio del sindaco di Pistoia e della sua giunta di destra. Colpisce piuttosto il silenzio della Chiesa ufficiale e di tante comunità e parrocchie cristiane. Colpisce la disattenzione delle forze democratiche. Attenzione: lo dico per ognuno di noi. L’indifferenza non è una virtù. Apre ad un futuro che richiama un passato tragico e violento. Da non dimenticare mai». Ha affermato in una nota il senatore del Pd Vannino Chiti.

Il caso sbarca in Consiglio regionale A esprimere solidarietà al parroco pistoiese anche il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi che sul suo profilo facebook scrive: «Voglio esprimere la mia solidarietà a don Massimo Biancalani fatto oggetto di un vergognoso attacco da parte di Matteo Salvini, della Lega e di Fratelli d’Italia. La colpa di don Biancalani è avere portato in piscina un gruppo di giovani immigrati che avevano partecipato ad iniziative benefiche. Sento troppo silenzio su questa vicenda». Il caso degli insulti e delle minacce al parroco di Vicofaro (Pistoia), don Massimo Biancalani, sarà discusso anche in Consiglio regionale. E’ stata infatti presentata una mozione, per iniziativa del consigliere regionale Pd Massimo Baldi e firmata anche da Marco Niccolai e dal capogruppo Leonardo Marras, che «esprime solidarietà nei confronti di don Massimo Biancalani e condanna fermamente le manifestazioni di brutalità e le incitazioni all’odio che trascendono il limite della dialettica e del normale dibattito politico». La mozione, inoltre, «impegna la giunta regionale a testimoniare unitamente al Consiglio regionale solidarietà nei confronti di don Biancalani e ad esprimere una ferma condanna in relazione a quanto accaduto».

Il sindaco di Pistoia contro violenza e provocazioni Non può esserci che una ferma condanna delle offese e delle minacce che in queste ore stanno dilagando su Facebook. Non ci troviamo d’accordo con le idee di don Massimo Biancalani, ma nessun tipo di attacco violento e razzista può essere tollerato». Così, con un post su facebook, il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, eletto pochi mesi fa sostenuto dal centrodestra. «Allo stesso modo – aggiunge il sindaco – dobbiamo condannare anche ogni provocazione e qualsiasi presa di posizione che rischi di inasprire o, peggio, fomentare una guerra tra poveri in un clima sociale già teso per la condizione in cui si trovano milioni di famiglie, di giovani e di pensionati in Italia. Anche io sono stato al centro di molti attacchi sferrati sui social. Per l’intera campagna elettorale hanno cercato di denigrarmi, arrivando ad offendere la mia famiglia e il mio lavoro, ma ho sempre deciso di non rispondere, convinto di non dover alimentare l’ira che troppo spesso contraddistingue i social e che, lontano dagli schermi di un computer, rischia di tradursi in azioni violente. Come sindaco e come cittadino non posso accettare tutto questo. Basta poco per alimentare un clima fecondo di violenza. Le istituzioni, a cui spetta il compito di arginare l’odio – conclude Tomasi – non possono limitarsi a formali prese di posizione, a slogan, a interventi spot. Occorre un cambio di rotta sulle politiche dell’accoglienza calate dall’alto, che ormai non sono più sostenibili e che non fanno altro che esasperare una situazione sociale già difficile».

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