Acqua e rifiuti, la Toscana dal 2012 cambia modello di gestione. E così nascerà l’Ait Autorità Idrica Toscana e si avvierà la riforma degli Ambiti Territoriali Ottimali (Ato) che in materia di rifiuti restano tre. Una legge destinata a cambiare radicalmente lo scenario regionale (interessa il governo di settori strategici per l'ambiente, i cittadini e l'economia del nostro territorio), si inserisce nella previsione della Finanziaria nazionale, fissa al 31 dicembre la soppressione degli attuali sei Ambiti dell'acqua ridefinendo, nelle loro funzioni, i tre dedicati ai rifiuti. Le modalità sono state illustrate e discusse in Commissione Ambiente e territorio del Consiglio regionale della Toscana.

Cosa cambia Il nuovo scenario prevede, per il servizio idrico integrato e superata l'attuale suddivisione del territorio regionale in sei ambiti territoriali, l'istituzione di un'unica Autorità con tutti i Comuni della Toscana ad esclusione di Marradi, Firenzuola e Palazzuolo sul Senio, già passati, per la gestione del servizio idrico, all'Emilia-Romagna. Per il servizio di gestione dei rifiuti viene confermata la scelta presa nel 2007 dell'istituzione di tre Ambiti territoriali ottimali per ognuno dei quali sono già in corso le procedure per individuare il gestore unico.

Le nuove funzioni In termini di funzioni, quelle attualmente svolte dagli Ato saranno attribuite a un'Authority che rappresenta tutti i Comuni. Per l'acqua l'Ait, per il servizio di gestione dei rifiuti le Autorità saranno tre, una per ciascun ambito di area vasta (Toscana Centro, Toscana Costa e Toscana Sud). L'Autorità idrica toscana sarà composta da un'Assemblea dei sindaci (saranno individuati meccanismi di rappresentanza per i piccoli Comuni insulari e montani) con funzioni di indirizzo e programmazione e sarà eletta da apposite Conferenze territoriali composte dai sindaci dei Comuni che formano gli attuali Ato per garantire un costante rapporto con i territori. Ci saranno poi un direttore generale, un consiglio direttivo (con funzioni consultive e di controllo) e un collegio dei revisori. Stesso schema per le tre Autorità dei rifiuti ma in questo caso le assemblee dei sindaci saranno tre e saranno composte da tutti i sindaci del corrispondente ambito territoriale. Previste anche forme di partecipazione attiva tramite un Comitato consultivo per la qualità dei servizi composto, tra l'altro, da soggetti designati dalle associazioni sindacali, dei consumatori e ambientaliste, nonché dal Forum dei movimenti per l'acqua. Tra i suoi compiti, quello di segnalare situazioni di particolare criticità e formulare proposte sulla qualità, l'efficienza e l'efficacia dei servizi. Individuato anche il ruolo della Regione, per il servizio idrico integrato verrà approvato un nuovo piano per individuare gli interventi necessari alla sostenibilità del sistema, prevedendo delle forme di cofinanziamento così da incidere meno sulle tariffe.

Gestione dei rifiuti Per la gestione rifiuti sono, invece, confermati gli attuali tre livelli di programmazione: il piano regionale, il piano interprovinciale e il piano d'ambito. Parallelamente sarà istituito l'Osservatorio del servizio idrico integrato e di gestione dei rifiuti che servirà a supportare il ruolo che la Regione intende assumere riguardo alla programmazione del sistema oltre a garantire trasparenza e informazione sui dati relativi ai servizi.

Le reazioni Tutti i soggetti coinvolti, a vario titolo, nel complesso e delicato tema della gestione dei servizi pubblici, hanno discusso e avanzato richieste alla proposta di legge di riforma degli Ato illustrata. Preoccupazione è stata espressa soprattutto dai presidenti degli Ato, sul «periodo di transizione». La fase di avvio dell'Autorità Idrica Toscana (Ait), infatti, non è ben definita, «non sono indicati il legale rappresentante, la sede legale, chi provvede agli adempimenti per il passaggio del personale e all'approvazione del bilancio di previsione entro il 31 dicembre». Nodi che occorre sciogliere al più presto. Secondo Cispel, la «variabile tempo è importante. I tempi di attivazione non devono andare oltre marzo 2012» e «chiarire le competenze fra organi politici e tecnici è necessario». A garanzia dei diritti dei cittadini, il Difensore civico della Toscana Lucia Franchini ha avanzato l'ipotesi di «inserire all'interno dell'Osservatorio regionale l'istituto della Difesa civica o, in alternativa stabilire un rapporto diretto». Da Federcosumatori la richiesta di inserire la Carta dei servizi quale «vincolo e requisito per la partecipazione ai bandi». Da Irpet l'auspicio che l'istituto possa «partecipare alla definizione dei contenuti che potremmo essere chiamati a svolgere».
 

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