ROMA – I numeri parlano chiaro. Le università italiane hanno visto calare nel 2021/2022 le immatricolazioni di oltre il 5%. In controtendenza rispetto a quanto registrato l’anno precedente.

Il dato sarebbe anche peggiore se il nord-est non avesse fatto registrare una crescita. La classifica, elaborata dall’Osservatorio Talents Venture e relativa alle iscrizioni fino al marzo 2022, è suddivisa per grandezza degli atenei. In quelli che hanno più di 10 mila nuovi iscritti, secondo quanto diffuso da Il Sole 24ore, il primato spetta a Bologna (+6%), mentre l’ultimo posto spetta a Torino (-16%). Sotto questa soglia e fino a 2.500 iscritti, comanda Bergamo (+14%), seguito da Catania e Piemonte Orientale. Peggio di tutti fa Genova (-16%), poi Modena e Reggio Emilia e Udine. Nell’ambito più piccolo, boom del San Raffaele di Milano (+43%), seguito da Roma Europea e Roma Saint Camillus. Chiudono Bra-Scienze gastronomiche (-35%), Roma Lumsa e Camerino.

Calo che lascia il segno anche in Toscana. I quattro atenei regionali fanno registrare il segno rosso, anche se le perdite soprattutto per Firenze e Pisa sono relative. Questi due atenei sono inseriti nella fascia intermedia e vedono una diminuzione del 2 e 4% rispettivamente. Male Siena, che è inserita nello scaglione più piccolo, con un -8%. Va detto che tra le università in flessione presenti in questo gruppo, quella guidata dal rettore Frati è tra quelle messe meglio. Crolla l’Università per stranieri di Siena che ha fatto registrare un -25% di immatricolazioni al quart’ultimo posto.

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