PISA – Si chiama Gin Tonic, è una puledra di tre anni e rischia di perdere l’unico occhio che le è rimasto: per questo l’Università di Perugia ha chiesto a IHP di ospitarla e curarla presso il suo centro di recupero in Toscana.

La terribile storia di Gin Tonic

Gin Tonic ha alle spalle una storia drammatica: proviene dal cosiddetto “sequestro di Lunghezza”, un lager nell’omonimo quartiere di Roma che IHP, Legambiente e Progetto Islander riuscirono a far sequestrare nel 2018 dopo cinque anni di battaglie. Da lì arrivano anche Grifo – il puledro cieco dalla nascita, “mascotte” di IHP che se ne prende cura da tre anni – e sua madre Azzurra. Gin Tonic è arrivata nel pomeriggio di sabato al centro di IHP: «Abbiamo accolto una esplicita richiesta dell’Università di Perugia che l’aveva in cura – spiega il presidente di IHP, Sonny Richichi -. Gin Tonic era già cieca da un occhio per un vecchio trauma e nei giorni scorsi aveva riportato un ascesso stromale all’altro occhio, derivato forse da un corpo estraneo. All’ospedale veterinario di Perugia è stato effettuato un intervento e impostata una terapia per cercare di salvarle l’occhio. La terapia è lunga e delicata e per questo motivo il direttore della clinica ha chiesto a IHP di ospitarla e di eseguire i trattamenti presso le proprie strutture: abbiamo le competenze per farlo e possiamo così evitare i costi di degenza che in una clinica veterinaria sarebbero molto alti. Gin Tonic, infatti, non ha un padrone: dopo il sequestro di Lunghezza è stata affidata in sequestro giudiziario alle associazioni che all’epoca combatterono per chiudere il lager dove uno pseudo allevatore teneva cavalli, pony, asini e muli in condizioni di grave maltrattamento. Quelli che morivano di stenti venivano buttati in un fiumiciattolo, affluente del fiume Aniene: un orrore in pieno centro urbano, nel cComune di Roma, quartiere di Lunghezza. Stiamo salvando Gin Tonic per la seconda volta e chiediamo ai nostri amici e sostenitori di darci una mano per pagare le spese mediche e di cura di questa sfortunata cavallina», conclude Richichi.

Leggi L’appello. Italian Horse Protection cerca una nuova casa: «Nardella ci aiuti»

Articolo precedenteFollonica è un comune “Amico delle Api”
Articolo successivoAfghanistan, la Toscana disponibile ad accogliere oltre 300 profughi