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La vigilia della partenza

«Non c’è più nessuna giustificazione per non partire domani, salvo il meteorite». Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, all’isola del Giglio, per seguire le operazioni di rimozione del relitto della Costa Concordia. Stamani sull’isola il tempo è stato nuvoloso a tratti anche con la pioggia. «Il meteo – ha aggiunto Gabrielli – va migliorando e avremo una buona finestra fino a domenica», quando la Concordia dovrebbe raggiungere Genova. «Domani sarà decisamente il giorno giusto per la partenza del relitto della Concordia dall’Isola del Giglio per Genova», lo ha confermato  il ‘regista’ dell’operazione, Nick Sloane, lasciando il porto del Giglio per raggiungere la nave su cui, intanto, ha preso a sventolare la bandiera blu con il quadrato bianco al centro che indica “stiamo per salpare”.

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L’arrivo al Giglio del ministro Galletti

Senza abbassare la guardia «Il trasporto è una fase altrettanto delicata e dunque non dobbiamo abbassare la guardia». Lo ha detto il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti arrivato al Giglio, ribadendo che la Concordia partirà domani. «Le previsioni danno vento e mare buono – ha aggiunto – la nave è pronta e dunque non vedo cosa altro potrebbe accadere». Quanto ai ritardi il Ministro ha parlato di vicende «compatibili» con le difficoltà dell’operazione: «non dobbiamo aver fretta, l’importante è far bene. Quanto agli sversamenti di oli che ci sono stati nei giorni scorsi il titolare dell’Ambiente ha parlato di «imprevisti» che in un’operazione così difficile e complicata come quella del recupero della Concordia ci possono stare, «ma l’importante – ha concluso – è che ci sia subito un’azione che faccia sì che quell’imprevisto non diventi un disastro». E così è stato.

La stretta di mano Galletti – Vincenzi Nell’isola anche la stretta di mano e un saluto tra il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ed Elio Vincenzi, marito di Maria Grazia Trecarichi, l’ultima vittima recuperata sotto il relitto della Costa Concordia. «Volevo ringraziarla per quanto fatto in questi anni di impegno – ha detto Vincenzi al ministro, appena arrivato all’Isola del Giglio per seguire le ultime fasi del regalleggiamento della nave – anche grazie a questo si possono sopportare questi due anni passati così». Il ministro gli ha risposto: «Le sono molto vicino. Per noi anche se va bene, non è una bella operazione. Chiudiamo una brutta pagina e vogliamo sempre ricordare quanto è accaduto al Giglio».

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Bandiera del “pronti a salpare”

Un abbraccio ideale Al momento rimane ancora un disperso, è il cameriere indiano Russel Rebello. Mentre oggi Elio Vincenzi è arrivato all’isola del Giglio «per un ultimo abbraccio ideale» a sua moglie, Maria Grazia Trecarichi, il cui corpo è stato ritrovato dopo la fase del Parbuckling del settembre scorso. Per Vincenzi la notizia dello slittamento a domani «è stata una piccola delusione. Non potevo mancare – ha spiegato – per un commiato definitivo». Al momento del naufragio, sulla Concordia c’era anche sua figlia Stefania: «lei non è venuta – ha spiegato il padre – perchè questa vicenda ancora la fa soffrire troppo». Ogni anno Vincenzi viene al Giglio per immergersi laddove è stata posta una targa in ricordo della moglie. «Prima che trovassero il corpo – ha raccontato – vivevo male. Avere un posto dove porre una lapide e pregarla è molto importante». Vincenzi indossa una maglietta con la foto stampata della moglie. «Tornare al Giglio – ha concluso – richiama la commozione per le 32 vittime. E’ un dolore che non potrà placarsi mai».

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Francesco Schettino

Schettino intanto al party Mentre al Giglio sono in pieno svolgimento le operazioni di recupero della Concordia, l’ex comandante della nave, Francesco Schettino, si rilassa in vacanza a Ischia. Il quotidiano dell’isola, Il Golfo, pubblica stamane il reportage di un party svoltosi sabato sera in una villa privata di Forio: in alcuni scatti Schettino viene ripreso in compagnia di altri ospiti, abbronzato e sorridente, vestito di bianco come tutti i partecipanti alla festa.

L’uomo del principio e della fine in mare L’aveva accompagnata fuori dal porto, esattamente nove anni fa. Era luglio anche allora, il 7 luglio 2005, quando Giovanni Lettich accompagnò la neonata Costa Concordia fuori dai Cantieri di Sestri Ponente. Domenica, nove anni e 20 giorni dopo, Lettich e i suoi uomini prenderanno ancora una volta per mano la grande nave smembrata per portarla a morire a casa. Il trasferimento del relitto dall’isola del Giglio al porto di Genova è un’operazione senza precedenti e per questo occorreranno nervi saldi e grande attenzione. E sarà necessario non consentire ai sentimenti di spezzare la concentrazione e pervadere la tecnica necessaria per un’operazione preparata in ogni minimo dettaglio. «Certo che fa impressione questa cosa – ha detto Lettich – se penso che con il comandante Bozzo, che era il capo pilota, l’avevamo fatta uscire dal cantiere di Sestri.

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La Concordia di poppa

La riaccompagneremo davanti a Multedo da dove era partita». Lettich ha il volto scolpito dal sale e come tutti gli uomini di mare sa ben nascondere quello che prova. Lo fece anche la notte del 7 maggio 2013 quando una portacontainer abbattè la Torre Piloti uccidendo nove persone: anche allora, nervi saldi per imbrigliare il dolore. Ieri Lettich ha fatto un sopralluogo al Giglio per definire gli ultimi dettagli dell’operazione. «Siamo stati al Giglio assieme alla Capitaneria di Porto, agli ormeggiatori e rimorchiatori. Abbiamo partecipato a molte riunioni per aggiornarci sullo stato delle cose e vedere i progressi fatti in questi giorni». Adesso è tornato a Genova.

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