Il presidente di banca Mps Alessandro Profumo e l'ad Fabrizio ViolaLa Procura di Milano insiste e chiede ancora di archiviare la posizione degli ex ad ed ex presidente di Rocca Salimbeni Fabrizio Viola e Alessandro Profumo finiti indagati in uno dei filoni dell’indagine su Mps per una presunta non corretta contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria, operazioni strutturate la prima con Deutsche Bank e la seconda con Nomura. La richiesta è stata avanzata stamane dai Pm Stefano Civardi e Giordano Baggio, titolari della tranche dell’inchiesta i cui atti erano stati inviati dai colleghi senesi nell’estate dell’anno scorso, al Gip Livio Cristofano nell’ambito dell’udienza di opposizione avanzata dal Codacons e da alcuni azionisti. La difesa dei due banchieri, accusati di falso in bilancio e manipolazione del mercato, in linea con l’istanza della Procura, ha parlato di «massima trasparenza» del loro comportamento. Il giudice si è riservato. La decisione è attesa entro Pasqua.

L’opposizione del Codacons Lo scorso settembre la Procura aveva chiesto di archiviare il filone dell’indagine che riguardava Viola, Profumo e altre otto persone tra cui anche gli ex vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni e aveva direttamente archiviato la posizione di Mps indagata per la legge sulla responsabilità degli enti. All’istanza dei Pm, ma solo per Viola e Profumo, si sono però opposti il Codacons, l’ingegner Giuseppe Bivona e altri piccoli azionisti come lui. Per Bivona, Viola e Profumo avrebbero comunicato ai mercati «dichiarazioni infondate, – è la sintesi di due memorie depositate dall’ingegnere – illogiche, consapevolmente false, inverosimili, contraddittorie e omissive, mirate a nascondere che le operazioni con Deutsche Bank e Numura erano derivati». Oggi durante l’udienza camerale, alla quale sono stati convocati dal Gip Cristofano le difese di tutti gli indagati, i legali dei due banchieri, Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, hanno sostenuto la correttezza dell’operato dei loro assistiti. «Almeno ai fini penali – si legge in un passaggio della loro memoria difensiva – affermare che i bilanci e le altre comunicazioni sociali nel periodo di interesse abbiano esposto (contrariamente al vero) le due operazioni Alexandria e Santorini secondo la tecnica a ‘saldi aperti’ sarebbe cosa semplicemente inesatta e smentita dai fatti. Al contrario, i bilanci e le relazioni infra-annuali hanno ‘esposto i fatti’ (art. 2622, c.c.) secondo entrambe le tecniche di rappresentazione e contabilizzazione (…)». Al giudice Cristofano è stata depositata, tra l’altro, una consulenza tecnica disposta dal Sostituto Pg Felice Isnardi che ha effettuato approfondimenti investigativi sulla presunta responsabilità amministrativa di Banca Mps archiviata, secondo il codice, dai pm. Consulenza che è servita per accertare quale impatto avrebbe avuto la contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria sui bilanci di Mps, dal 2012 fino alla semestrale del 2015, se l’operazione fosse stata effettuata “a saldi chiusi” anziché “a saldi aperti”. Il Pg al momento non ha avocato il fascicolo in relazione alla posizione della banca senese.

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