FIRENZE – “C’è il rischio di assuefarsi, di considerare queste morti solo numeri da usare come statistiche”. Sbotta Giuseppe Fanfani, Garante dei detenuti della Toscana, dopo l’ennesimo suicidio in carcere.

“Nelle carceri italiane l’exitus di vite inutili è diventato normale. La responsabilità è di chi ha tralasciato per decenni di affrontare il problema sul presupposto che non produca consenso. Di chi oggi si rifiuta di cogliere la gravità del momento, poiché prima o poi le situazioni estreme esplodono”, ha aggiunto l’ex sindaco di Arezzo.

“La responsabilità – ha proseguito il garante – è di chi si riempie la bocca di parole senza avere il coraggio di affrontare la situazione per quello che è. Di chi fa finta di non vedere o non comprende ciò che vede”. E la responsabilità, a detta di Fanfani, “è anche di un Governo che, trovandosi oggi a gestire una evidente emergenza, non ha la volontà politica, la determinazione o il fondamento culturale per affrontare la gravità del problema”.

Per il Garante della Toscana manca una “qualsiasi volontà di risolvere il problema. Il cosiddetto decreto carceri è inutile, non affronta il problema nei suoi aspetti essenziali. Ieri una delegazione dei garanti territoriali ha incontrato il Ministro. Ciononostante, un qualsiasi provvedimento immediato per affrontare una situazione incandescente e per ridar speranza, quale un mini indulto o provvedimento simile, non c’è stato. Non posso augurare buone vacanze ad una politica che oggi chiude perché per fare buone vacanze bisogna avere la coscienza a posto”.

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