Evelina Christillin, presidente Enit
Evelina Christillin, presidente Enit
Evelina Christillin, presidente Enit

Dieci giorni fa si è insediato il nuovo consiglio di amministrazione dell’Enit (Ente nazionale del Turismo), dopo un periodo di commissariamento che è servito soprattutto – ma potremmo anche dire soltanto – a ridurre un po’ di costi in uno degli enti che da decenni è considerato un esempio negativo di burocrazia, perché spende i soldi in stipendi d’oro, affitti di sedi prestigiose, e altri sprechi, invece che nella promozione turistica.

Naturalmente, formulo qui i migliori auguri di buon lavoro ai nuovi amministratori, ai quali è giusto dare fiducia anche oltre i consueti 100 giorni della luna di miele che, di diritto, spetta a chi viene nominato in un nuovo incarico. Diciamo che l’impegno è così complicato, che possiamo tranquillamente attendere lo scadere dei sei mesi, prima di formulare qualunque giudizio.

Devo però ammettere che l’intervista della nuova presidente Evelina Christillin da Lilli Gruber – in una puntata di “Otto e mezzo” insolitamente non dedicata a criticare il governo Renzi – mi ha però fatto venire qualche brivido. Ho avuto l’impressione che con il suo ottimismo da milionaria (in euro), la Christillin sottovalutasse il lavoro che sta per affrontare.

Il brivido più freddo è stato quando ha detto – nella sostanza – che avendo organizzato le Olimpiadi di Torino e diretto il Museo Egizio in una fase di totale rifacimento, non le fa certo paura andare a presiedere l’Enit…

Io avrei qualche pensiero in più: perché in Enit non avrà a disposizione tutti i soldi di cui disponeva negli altri incarichi e poi perché – scottato da troppe esperienze precedenti – ci ho letto la consueta sufficienza di chi pensa che gestire il turismo sia cosa facile e banale, soprattutto in Italia che è il “paese più bello del mondo”.
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Altri brividi mi hanno percorso la schiena, quando la presidente Christillin ha fatto subito ricorso a due alibi già pronti: uno, di tenere a bada i 78 dipendenti super-privilegiati (e difesi da 7-sindacati-7) ci occuperà qualcun altro, perché lei è la presidente e non ha deleghe operative; due, fino a che non sarà cambiata la Costituzione, il turismo è competenza delle Regioni e l’Enit non può farci nulla.

Qui, ho capito ancora di più il suo ottimismo da milionaria. Lo ha detto il grande Arthur Bloch: «chi sorride quando le cose vanno male, ha già trovato qualcuno a chi dare la colpa».

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