farfalla«Non è la solita mostra di quadretti ma andiamo in una filosofia, un concetto diverso, forse un sogno anche, ovvero che un’arma possa se rovesciata, non sparare alla gente». Commenta così Luigi Bellini del Museo Bellini- Magazzino N.5 di Firenze la mostra “Woodenkammer” del sedicente Moradi curata da Yan Blusseau visitabile dal 16 maggio al 4 giugno.

Raccolta di meraviglie in mostra L’installazione, patrocinata dalla Regione Toscana e da Toscana per EXPO 2015 (“Nutrire il pianeta: i musei per una società sostenibile”), è ispirata all’universo delle wunderkammern, raccolte di meraviglie costituite come microcosmi atti a ricomporre l’equilibrio perfetto del mondo naturale. L’uomo ricostruiva intorno a se il cosmo, quell’armonia delle cose a cui sapeva di appartenere consustanzialmente. Le Opere in mostra sono realizzate con materiali lignei di alto antiquariato provenienti dalle cantine della Collezione che Moradi, secondo il suo linguaggio tradizionale, ha assemblato unendo passato e presente nella poderosa continuità del tempo. In tal senso, il Museo Bellini- Collezione privata ha inserito due Opere di pregio (un arazzo fiammingo del XV secolo e un dipinto del XVI secolo) nell’ambiente della Woodenkammer.

Fantasia artistica «E’un qualcosa di incredibile perché ha qualcosa di nuovo e qualcosa di molto antico – spiega Bellini – . I frammenti di opere antiche, da restaurare, che vanno dal 1200 al 1600, sono state usate per creare un sogno, un animale, un pensiero che esula completamente dall’oggetto stesso. Ad esempio un arcolaio non può diventare un coccodrillo eppure in questa mostra è possibile. E’una fantasia artistica. Quando ho parlato per la prima volta con l’artista sono rimasto talmente entusiasta che non ci ho pensato un attimo ad allestirla nel mio museo perchè vale la pena. Non è la solita mostra di quadretti ma andiamo in una filosofia, un concetto diverso, forse un sogno anche, ovvero che un’arma possa se rovesciata, non sparare alla gente».

Mostra interattiva La mostra sarà interattiva perchè con il sistema quiar code permetterà di visionare le opere esposte al museo Bellini da ogni parte del mondo. «Fin dai nostri nonni abbiamo imparato che il nostro museo deve adattarsi alle epoche nelle esposizioni degli oggetti che facciamo, e non fermarsi al passato – ha aggiunto Bellini – Mio nonno ha inventato De Chirico, Sironi, quando ancora non erano conosciuti come pittori. Lui ci ha creduto. Mio padre ha fatto lo stesso, perchè l’arte è moderna sempre nel periodo in cui sono fatte. Siamo un po’ ribelli in questo perchè pensiamo che non vi sia un confine sul tradizionale ed il moderno. Quello che manca forse a Firenze è l’arte moderna perchè non la conosce, non si fida, e forse troppa bellezza del nostro mondo che è fiorentino rende difficile la possibilità di lettura dell’arte moderna». Il catalogo della mostra è edito dall’associazione culturale Lungarno.

 

Articolo precedenteVerso le regionali. Udc con Lamioni, Cesa: «Insieme perché la Toscana torni protagonista»
Articolo successivoAppunti misteriosi. «Guerrina non c’è più». Nel diario di Padre Gratien le pagine del giallo