Marko Marin
Marko Marin

Ufficialmente non lo ha mai voluto, tanto che quando ne venne annunciato l’acquisto e gliene fu chiesto conto dalla stampa, abbozzò un commento positivo sul passato del giocatore, auspicando però che le condizioni fisiche di questi, in quel momento precarie, gli avrebbero prima o poi permesso di tornare ad essere il calciatore di cui fino a tre anni fa si diceva fosse un ‘crack’ del calcio europeo. La verità è che Vincenzo Montella non verserà molte lacrime quando verrà messo nero su bianco il ritorno di Marko Marin al Chelsea, club da cui la Fiorentina lo aveva preso in prestito lo scorso metà agosto. L’ultima frase del tecnico gigliato sul tedesco di origini serbo-bosniache aveva il sapore dell’epiteto: il numero 8 viola aveva appena segnato l’unica rete dei gigliati contro la Dinamo Minsk nell’ultima gara del girone di Europa League che aveva comunque visto arrivare Pasqual e compagni al primo posto e, dunque qualificati per i sedicesimi, che l’Aereoplanino a chi gli domandava se era felice per il gol di Marin rispose: «Si, però poteva segnare anche prima e magari la partita sarebbe andata diversamente».

Storia di un amore mai nato L’arrivo a Firenze dell’ex anche di Siviglia e Werder Brema fu il segnale per Montella che Cuadrado da lì a pochi giorni sarebbe partito ma che soprattutto il mercato gigliato era condizionato dalla volontà del presidente esecutivo, che aveva voluto a tutti i costi acquistare il classe ’89 di Bosanska Gradiška, anche per soddisfare l’agente di quest’ultimo, Fali Ramadani, uno che alla Fiorentina ha spesso avuto più potere dei vari direttori sportivi. Una delle due sensazioni dell’allenatore gigliato di cui sopra poi alla fine non si è realizzata, perché Giuseppe Rossi si infortunò e nessuno si presentò a Firenze con i 40 milioni cash indispensabili per il club di via Manfredo Fanti per far partire il talentuoso colombiano. Sta di fatto che prima nel 4-3-3 di inizio stagione e poi nel 3-5-2 della parte autunnale viola, Marin non ha mai trovato troppo spazio. Ma i motivi tattici sono stati un alibi visto che per recuperare da un infortunio al ginocchio patito alla fine della scorsa annata a Siviglia, il ragazzo cresciuto nell’Eintracht di Francoforte ci ha messo ben due mesi, e pare che, lo afferma radio spogliatoio, ancora oggi la condizione fisica dello stesso Marin non sia salita a livelli accettabili. Nel frattempo il nazionale teutonico non si è mai veramente integrato nella Fiorentina (si è già molto discusso della sua fuga post gara contro l’Empoli di domenica scorsa, per raggiungere velocemente l’aereoporto, e partire per le vacanze) e che Andrea Della Valle nel brindisi natalizio con la stampa ha parlato di un Montella sempre di più al centro del progetto della sua società. E se è Montella che decide, Marin non solo non gioca neanche un minuto in serie A, come accaduto fino ad oggi ma non è neanche un incedibile. Tutt’altro. Per lo strazio di mezza tifoseria viola che frequenta i social network,e che sotto le feste alla notizia della possibile partenza di chi ha ereditato il numero di maglia da Stevan Jovetic, si è rivoltata con epiteti negativi verso l’allenatore classe ’74 campano.

 

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