floramiata Si chiama “concordato preventivo” quella «procedura concorsuale attraverso la quale l’imprenditore ricerca un accordo con i suoi creditori per non essere dichiarato fallito e cercare di superare la crisi in cui versa l’impresa». È quanto si può leggere sui testi che riportano il testo della cosiddetta legge fallimentare. Una realtà che pende, come una spada di Damocle, sui lavoratori di Floramiata Spa di Piancastagnaio (Siena), «principale società italiana, come carico occupazionale e importanza produttiva, del settore florovivaistico», come riporta il sito dell’azienda. Da oltre un anno Floramiata Spa e Floramiata Servizi, sono in concordato preventivo: una situazione di assoluto stallo, visto che non è stato trovato mai un accordo – nonostante i continui tavoli di crisi convocati dai sindacati e dai Comuni dell’Unione Amita Val d’Orcia – per garantire un futuro ai 250 dipendenti, di cui 150 a tempo indeterminato.

Sampieri, Nencini e Neri
Sampieri, Nencini e Neri

L’intervento «Ancora una volta siamo a parlare di una crisi di Floramiata. Stracciarsi le vesti, fare le prefiche, non serve a nulla. I disoccupati sono tutti uguali, ma 250 tutti insieme diventano un grave problema sociale, specie in un territorio più problematico come l’Amiata». Così è intervenuto sul tema Stefano Neri, candidato alle elezioni regionali per la lista “Il Popolo Toscano-Riformisti 2020”, unica lista, oltre al Pd, in appoggio alla conferma a governatore del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. «Evidentemente le soluzioni delle passate crisi non erano soluzioni definitive. I lavoratori hanno diritto ad una esistenza serena e non ad angosce ricorrenti, che sfiancherebbero chiunque. Trovare soluzioni definitive si può – ha aggiunto Neri -. Ci sono strutture e strumenti finanziari pubblici o parzialmente pubblici che possono essere utilizzati, ovviamente in presenza di un piano industriale concreto e non addomesticato, per rilanciare l’azienda e cercare nuovi investitori. Siamo disponibili a confrontarci con i lavoratori ed i sindacati, preferibilmente dopo le elezioni, per evitare strumentalizzazioni. Ed anche prima, purché in maniera discreta e senza pubblicità sulla stampa».

Il futuro di Floramiata passa dalla Regione Il prossimo appuntamento, fondamentale per il destino di Floramiata è fissato al prossimo 13 maggio: il giudice dovrà decidere sull’ammissibilità o meno del concordato, dopo che non saranno più concessi rinvii e decisioni importanti che riguarderanno il futuro dell’azienda e quindi di tutti i lavoratori. All’ultimo tavolo di crisi (6 maggio) tutti i soggetti hanno espresso la volontà di chiedere alla Regione Toscana un impegno puntuale, concreto e maggiore del passato con l’auspicio che di vedere la vertenza Floramiata al Ministero competente.

Articolo precedenteRitorno al futuro. La Robur in Lega Pro è la rinascita del calcio a Siena
Articolo successivoApre il punto informativo sociale ad Arbia