GROSSETO – Nell’imaginario collettivo è la ‘Maremma Amara’, probabilmente il canto frutto del folklore toscano più famoso al mondo.

Adesso, quella antica terra, in passato ostile, getta il cuore oltre l’ostacolo e si candidata a capitale italiana della  cultura 2024 insieme ad altre tre rivali toscane: Viareggio, Vinci e l’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetana. ‘Naturalmente culturale’ è il tema scelto dal capoluogo grossetano, in un sodalizio fra cultura e natura che segnerà la corsa della città per conquistare lo scettro di culla italiana nel 2024.

“Punto di forza della nostra proposta è il connubio tra arte, cultura, ambiente e sostenibilità, nonché la sinergia tra tantissimi soggetti che hanno risposto entusiasti alla nostra “chiamata” culturale – ha scritto il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna – Quello che rende vincente la nostra candidatura è infatti il coinvolgimento, fin dalle fasi iniziali del progetto, di una fitta rete di realtà legate al mondo della cultura, ma anche al mondo della scienza, dello sport, del benessere. Grosseto capitale italiana della cultura 2024 non è un sogno, ma un progetto concreto che presentiamo con orgoglio a tutta Italia”. Il dossier è concepito come processo di maturazione di una pianta o un fiore, secondo quattro segmenti fondamentali: semi, germogli, radici e innesti.

Sono 4 le toscane in lizza per Capitale della Cultura 2024

In primis i semi, ovvero le produzioni e le installazioni la cui vita sghorgherà in alcuni luoghi simbolo come il Giardino dei Tarocchi, le mura del capoluogo, i parchi e la Laguna di Orbetello. E poi i germogli, quei progetti che andranno a miscelare scienza e tecnologia, cultura e natura. Ed ancora le radici, eventi già imbastiti e che nel 2024 troveranno nuova forza. Infine gli innesti, i processi partecipativi insieme a studenti, imprese, mondo del volontariato. Il concept si spinge a sviluppare un lavoro strategico che sarà sviluppato indipendentemente dal verdetto ministeriale.

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