rossi-«E’ stato il centrosinistra che ha portato a questa situazione» nel mondo del lavoro italiano, dove il numero dei contratti precari e senza tutele si è moltiplicato fino a rappresentare «l’85 per cento» dei nuovi avviamenti. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, intervenendo a una tavola rotonda con il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti a Firenze sulla programmazione del Fondo sociale europeo, è tornato a parlare di precariato. Secondo il governatore della Toscana «è inutile che improvvisamente si scopra che si toglie il mondo, togliendo a quel 6% l’ultimo comma dell’articolo 18, che è comunque una cosa seria: il grande problema sta prima, come mai ci siamo ritrovati in questa situazione.- ha aggiunto Enrico Rossi- Se il Jobs Act riconverte una parte di quel precariato in contratti a tempo indeterminato, anche se a prezzo di qualche garanzia, bisogna fare la ‘prova budino’ per vedere se funziona. In Toscana i nostri centri per l’impiego pubblici lavorano qualcosa come il 20% delle pratiche relative al mondo del lavoro. In tutto il Paese sono il 4%».

Centri per l’impiego passino alla Regione «Chiediamo al Governo nazionale – ha proseguito Rossi – di metterci in condizione di poter assumere, come Regione, questi centri, e collocarli come uno snodo fondamentale fra chi offre lavoro e chi lo chiede. Speriamo che presto ci sia consentito di assumerci questa responsabilità, e stamani il Ministro ha fatto qualche apertura, non solo per occuparci dei precari, che hanno le loro giuste ragioni, ma soprattutto per rilevare i centri per l’impiego e inserirli in questo rapporto fra domanda e offerta di lavoro».

Tagli insostenibili «Ai tempi di Berlusconi abbiamo avuto, un po’ anche dalle riforme del centrosinistra, un federalismo per abbandono in cui le Regioni e gli enti locali sono stati lasciati a se stessi. – ha concluso Enrico Rossi – Oggi si rischia di avere un taglio a Regioni ed enti locali ormai veramente superiore anche alla sostenibilità, e un riaccentramento delle funzioni: purtroppo in questo Paese il pendolo tende sempre a oscillare un po’ troppo. Io sono per uno Stato presente, forte sulle grandi questioni, come il tema del lavoro nero che non si può lasciare solo a Papa Francesco, il tema del salario minimo, del reddito per quei lavoratori che non sono occupati, come i precari che si ritrovano a casa: ma guai a noi se pensassimo di risolvere tutto a Roma, e non avere invece Regioni forti che fanno fino in fondo il loro mestiere, come è e può essere ancora di più la Regione Toscana».

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