Sull’esempio di Lucca anche Volterra dice stop all’apertura di nuove attività di bar, ristoranti, esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande, per i prossimi tre anni. A deciderlo il Comune della città etrusca che fino ad ora ha varato numerose agevolazioni per chi apriva attività che non fossero somministrazione di alimenti e bevande, tutela ed agevolazioni fiscali per gli esercizi storici, esenzioni fino ad un massimo di 2.000 euro per tre anni a chi apre un’attività artigianale, industriale o commerciale (che non sia di somministrazione alimenti e bevande), abbattimento per cinque anni del 50% sulla TARI a favore di chi apre nuove attività (che non siano di somministrazione alimenti e bevande) in coworking o attività attualmente non presenti, giudicate di valore aggiunto dalla Commissione Esercizi storici.

L’assessore al turismo Baruffa: «Ogni città rischia di diventare ristorante a cielo aperto» «Siamo soddisfatti perché crediamo che servano paletti e regole, altrimenti ogni città turistica e non, rischia di diventare un ristorante a cielo aperto – spiega l’assessore al turismo Gianni Baruffa – Grazie anche al segretario comunale e all’ufficio Suap per aver preparato la delibera in poche ore, da portare nella prima giunta utile».

Il sindaco Buselli: «Il mercato della ristorazione non è in grado di regolarsi da solo» «Il provvedimento ci è sembrato subito lo strumento migliore – aggiunge il sindaco Marco Buselli -. E, senza porre tempo in mezzo, nel giro di poche ore avevamo già la bozza di delibera pronta. Abbiamo provato in vari modi durante questi anni ad agevolare, disincentivare, arginare, ma abbiamo visto che il mercato legato alla ristorazione e alla somministrazione rischia a Volterra di fare gli stessi errori compiuti nel campo dell’Alabastro. Il mercato non è in grado di regolarsi da solo. Perdita di qualità, prodotti tipici che non sono tali, improvvisazione imprenditoriale, dilagare di attività, tutti che fanno tutto, sono realtà concrete. Una volta bloccate le nuove aperture, si dovrà quindi ragionare della qualità di quelle esistenti e premiare chi davvero porta avanti principi sani e coerenti con la logica di dare valore alle produzioni di qualità del nostro territorio».

Seconda città toscana ad applixare il blocco Un indirizzo completamente diverso da chi, nel recente passato, quando era ancora possibile contingentare le licenze, ha invece aperto al dilagare di attività di somministrazione alimenti e bevande. Volterra è stata anche fra le prime città a creare una “zona rossa”, in cui non si potevano aggiungere occupazioni di suolo pubblico stagionali. Le normative in tema di libera concorrenza, ma soprattutto il decreto Bersani sulle liberalizzazioni, hanno di fatto però disarticolato anche questa possibilità. Per questo il 9 agosto, giorno stesso in cui è uscita la notizia che Lucca era riuscita nell’intento di bloccare le nuove aperture per tre anni attraverso una moratoria, sindaco e assessore alle attività produttive hanno dato l’indirizzo politico al Segretario Comunale ed il Comune di Volterra nello stesso giorno ha elaborato una delibera, che è stata approvata oggi che bloccherà l’apertura di nuove attività per un periodo di tre anni. Il Comune ha già preso i primi contatti anche con la Regione Toscana e li prenderà a breve con la Soprintendenza, per aprire l’iter che porterà Volterra ad essere la seconda città toscana ad applicare un blocco di nuove aperture per i prossimi tre anni. Sarà avviato anche un percorso ed un confronto continuo con le organizzazioni di categoria. Il problema del dilagare di attività di somministrazione riguarda tutte le città turistiche e a Volterra si è riuscito ad arginarlo sicuramente meglio di come è successo altrove, salvaguardando le attività di vicinato esistenti per gli abitanti, ma tutto questo non basta.

 

Articolo precedenteNo alla proroga. Vaccini, i medici toscani: «Appoggio incondizionato alla regione»
Articolo successivoCrollo “Morandi”a Genova. A Firenze software per monitorare i ponti della città